Provincia Pz, Libonati (Dec) su Ansaldo Sts

Nel corso dell’ultima assemblea provinciale, il consigliere Vincenzo Libonati, capogruppo dei Democratici e Cattolici- Terzo Polo, è intervenuto sull’ordine del giorno presentato dal consigliere Samela (Pd) e relativo alla situazione dell’Ansaldo Sts di Tito.
Il consigliere ha condiviso le preoccupazioni sul futuro dello stabilimento di Tito Scalo appartenente al Gruppo Finmeccanica e ha ricordato che da decenni “in Basilicata ed in particolare nella provincia di Potenza è in corso un ridimensionamento economico ed industriale che ha coinvolto in un passato recente importanti stabilimenti nazionali che avevano i loro punti di riferimento proprio sul territorio lucano”.
Libonati ha fatto riferimento alla situazione della Daramic (unico stabilimento italiano della multinazionale americana Polypore International) e ha auspicato che lo stesso non accada per la Sts per cui si paventa non solo una vendita da parte di Finmeccanica ad imprese straniere, ma anche una delocalizzazione dell’impianto.
“In termini economici e professionali- ha aggiunto- si avrebbe una grave perdita non solo per il tessuto economico lucano, quanto più per il capitale umano che subirebbe un ennesimo colpo, contribuendo a fornire disoccupazione ad una regione che in materia di lavoro ed occupabilità non è certamente un’isola felice”.
In riferimento alle notizie discordanti sul futuro dello stabilimento, Libonati ha ribadito che “mentre l’amministratore delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi, presentando a Londra il nuovo piano, ha sottolineato che se ci fossero acquirenti disposti ad acquistare la consorella Ansaldo Breda potrebbero rilevare anche la Sts, l’amministratore delegato di Ansaldo STS, Sergio Deluca ha detto a chiare lettere che lo stabilimento lucano non si tocca perché efficiente e rispondente agli obiettivi strategici del gruppo” .
Libonati ha ribadito “la necessità di non restare inermi di fronte alla perdita di posti di lavoro, né tantomeno lasciarsi sopraffare dal decadimento industriale”.
Condivisa dunque la richiesta avanzata al presidente Lacorazza affinché si faccia portavoce delle preoccupazioni e delle difficoltà “di un mondo lavorativo messo a rischio da scellerate decisioni imprenditoriali che non giovano né al futuro della Basilicata né dell’intero Mezzogiorno, costretto a ritrovarsi sempre più povero e sempre più soggiogato da logiche di mercato che non tengono conto della professionalità degli uomini ma solo delle cifre dei bilanci”.

bas 03

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