E’ calato il sipario sulla terza edizione di “Sapore di…fragola 2011”, tenutosi a Policoro nei giorni scorsi e dedicato a uno dei primi fragolicoltori della città di jonica da poche settimane scomparso: il Cav. Ettore Marino. Nella serata di sabato nella biblioteca “Massimo Rinaldi” è stata organizzata una tavola rotonda dal tema: “La fragola del Metapontino: mercato, comunicazione, innovazione”. A salutare la platea il sindaco di Policoro, Nicola Lopatriello e in seconda battuta l’assessore all’Agricoltura del Comune di Policoro, Saverio Carbone. Poi è stata la volta di Salvatore Martelli, presidente del distretto agricolo del Metapontinio, il quale ha affermato come ci sia bisogno di un marchio per legare la coltura al territorio dato che il prodotto c’è già ed è di altissima qualità, soprattutto quello della Candonga. Ha poi invitato i presenti a discernere bene il prodotto tra tutti quelli che invadono i mercati: “e tra tutti questi la fragola della fascia jonica ha caratteristiche superiori a tutti i territori di coltivazione sia per le tecniche praticate che per le condizioni climatiche”. Più commerciale il taglio dato al suo intervento da parte di Giuseppe Lamacchia, presidente Ice (Istituto commercio con l’estero di Bari), il quale ha parlato delle varie fasi storiche congiunturali di vendita: “ma in questo momento la fragola del Metapontino è più appetita dal mercato italiano, anche se manca del marchio Igp (Indicazione geografica protetta), rispetto a quello estero e nella bilancia commerciale la nazione dove si esportano più fragole, compresa quella locale tra cui la Candoga, è la Germania; mentre importiamo lo stesso prodotto soprattutto dalla Spagna”. Due le piattaforme presenti, dati citati da Lamacchia: una al Nord e una al Centro che serve anche il Sud. Intorno alla fragola girano annualmente tra i 60/70 milioni di euro di fatturato e parte di esso viene prodotto nel Metapontino nonostante la mancanza di un brand: fragola uguale Lucania. Il ricercatore Giulio Sarli ha invece fatto un excursus storico della fragola jonica sostenendo che le prime piantagioni siano sorte nel 1960 con il picco massimo toccato negli anni immediatamente successivi di 900 ettari, per poi diminuire a 300 nel 1990 mentre oggi si contano, a suo dire, 400 ettari di produzione di fragole. Nonostante questa flessione, rispetto all’epoca d’oro del boom economico nazionale, la produzione lucana rimane quella con più qualità. Carmelo Mennone dell’Alsia ha illustrato il catalogo della collana Bayer “Coltura&Cultura” e in particolare il libro sulla fragola dove una sezione è dedicata al Metapontino in cui ambiente, territorio e agricoltura si intrecciano alla perfezione nella produzione di questa pregiata coltura, “anche se c’è ancora molto da fare sul versante dell’innovazione e dell’informazione di tutta la filiera di produzione per conoscerne i passaggi intermedi”. Sono intervenuti anche altri esperti dell’università degli studi di Basilicata e dell’Agrobios, ente di ricerca.
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