Vaccaro (Uil): Scelte politica lavoro possono vanificare sforzi

“Come se non bastassero i mille posti di lavoro persi in un anno in Basilicata, secondo il dato di recente diffuso da Confindustria, l’aggiornamento dell’ Istat sull'occupazione di settembre dimostra che è sicuramente piu' efficace incentivare le aziende a tenere al lavoro le persone che incentivarle a licenziarle e poi dover assistere i disoccupati. Per questo noi preferiamo finanziare le assunzioni, non le disoccupazioni''. E’ quanto sostiene il segretario generale regionale della UIL Basilicata Carmine Vaccaro aggiungendo che “anche a settembre si confermano i preoccupanti segnali provenienti dal forte utilizzo della cassa integrazione". “La nostra economia – continua – è drammaticamente debole sul versante dei consumi interni e ciò si riflette immediatamente sulla quantità e sulla qualità del lavoro, in particolare su quello più debole come quello dei giovani. Il tema quindi è come riattivare il consumo favorendo lavoratori dipendenti e pensionati. Occorre intervenire anche sugli incentivi per le imprese che assumono, rendendo utilizzabile il 'bonus occupazione' per il Sud e favorendo il contratto di apprendistato.
In questo contesto ciò che più ci preoccupa – sostiene Vaccaro – è che le scelte di politica economica, specie in materia di lavoro, e scollegati da ogni ipotesi di crescita, rischiano di vanificare gli sforzi avviati da sindacati, Giunta Regionale e parti sociali con il Patto di Sistema per il lavoro e la crescita. E’ evidente che il nostro processo virtuoso che stiamo innescando si scontra con un insieme di provvedimenti che di fatto mettono in pericolo persino i livelli occupazionali esistenti e ci costringerebbero alla difesa.
E come non essere preoccupati del destino dei nostri ragazzi, specie con il nuovo campanello d’allarme dell’Istat (da noi la disoccupazione giovanile è oltre la media nazionale, uno su quattro è senza lavoro), mentre il nostro Paese non può non affrontare il tema della stabilità di reddito e lavoro per moltissimi giovani. Lo può fare, però, senza lacerazioni generazionali e riscrivendo nuove regole che accompagnino i giovani all’incontro con il lavoro e le imprese. Sullo sfondo c’è il tema di come spostare verso il lavoro dipendente, giovane o anziano che sia, una parte della ricchezza prodotta. Questo potrà e dovrà avvenire anche con un lavoro più stabile e duraturo. Se decollasse l’apprendistato, si ridimensionasse l’uso di tipologie distorsive sia nel sistema privato che in quello pubblico (tirocini, finte collaborazioni, partite IVA pirata, lavoro autonomo occasionale) – continua Vaccaro – il tema del “dualismo” del mercato del lavoro uscirebbe dal ring del dibattito politico-ideologico per rientrare nella normale dialettica tra le parti sociali. Qualche passo in avanti è venuto dall’incontro di Matera sulla disoccupazione giovanile e intellettuale che ha rimesso in agenda lo spreco dei cervelli non più tollerabile”.

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