Meeting “Il San Carlo al servizio delle le donne”

"Quando pensiamo a una struttura di riferimento per la sanità regionale la scelta cade naturalmente sul San Carlo". Il riconoscimento di Attilio Martorano arriva alla conclusione della manifestazione "Il San Carlo al servizio delle donne" che si è svolta ieri pomeriggio nell'Auditorium dell'Ospedale di Potenza. "Certo – ha precisato l'assessore – il problema è poi la capacità di fare effettivamente sistema". In questo caso – si legge in una nota dell’ufficio stampa del nosocomio del capoluogo di regione – il modello da trasferire è quello della breast care unit (Bcu), il gruppo di lavoro multidisciplinare per il tumore alla mammella che è stato appena costituito al San Carlo. E ad affermare la centralità dell'Azienda ospedaliera regionale su questo fronte è la dura legge dei numeri, snocciolati con pignoleria dal primario oncologico e coordinatore della Bcu Domenico Bilancia. Dei trecentotrentacinque casi di tumore alla mammella registrati l'anno scorso in Basilicata due terzi sono in carico al San Carlo. Grazie alla intensa politica di screening promossa dalla Regione, la Basilicata si pone tra le regioni italiane che hanno il più basso tasso di mortalità per questa patologia e la più alta percentuale di sopravvivenza a cinque anni. Ma non si è parlato solo di tumore al seno.
Il direttore generale Giovanni De Costanzo ha sottolineato le numerose iniziative prese per la strutturazione del percorso donna/bambino e la centralità del rapporto costruttivo tra Azienda e mondo del volontariato che è stato tra i protagonisti della serata con numerosi interventi. Per il direttore generale De Costanzo “è utile dedicare un giorno a presentare il bilancio di un’ospedale in rosa, ma le nostre attenzioni e iniziative per un San Carlo al servizio delle donne si dispiegano per 365 giorni”
Alcune delle sollecitazioni espresse dalle associazioni sono state fatte proprie dall'assessore che ritiene utile allargare la fascia d'età per lo screening e si confronterà con l'Asp per valutare la possibilità di introdurre anche a Potenza, come a Matera, in attesa che si completino i lavori per la Radioterapia, una navetta per il Crob di Rionero.

Il dottor Attilio Olivieri, direttore del dipartimento oncologico funzionale, ha coordinato il gruppo di lavoro multidisciplinare che ha elaborato il progetto della Breast care unit (Bcu).
“La Bcu è una struttura trasversale – ha spiegato nel suo intervento – che non si limita a costruire una sequenza ma integra diverse azioni secondo criteri percorso-dipendenti. I suoi macrobiettivi sono la definizione dei percorsi, la formazione continua, la ricerca e la sperimentazione, strumenti indispensabili per la qualità dell’assistenza e l’audit, un processo continuo di verifica della qualità e di riconoscimento degli errori.. L’obiettivo fondamentale è la riduzione dei tempi per acquisire una diagnosi precoce e la costruzione di un percorso diagnostico terapeutico completo e unitario per ridurre lo stress della paziente”. Il professor Olivieri ha concluso il suo intervento sottolineando l’importanza dello screening, la necessità di dar vita ad ambulatori multidisciplinari e la centralità del ruolo dei medici di medicina generale per la costruzione del feedback.

“Tutto è cominciato meno di un anno fa, quando la direzione aziendale ha deciso di unificare le due unità di Ostetricia e ginecologia. Un passo davvero storico. Accompagnato da un massiccio investimento tecnologico. Due milioni e mezzo di euro per attrezzare le sale parto con le migliori attrezzature digitali”. Parte da un esplicito riconoscimento alla lungimiranza del dg De Costanzo il lungo e dettagliato report del direttore del Dipartimento materno-infantile, SergioSchettini che ha offerto dati dettagliati, presentato progetti e anche raccontato qualche sogno nel cassetto che può diventare realtà.
Tra i primi risultati raggiunti, grazie anche all’implemento dato all’attività dei corsi di accompagnamento alla nascita la riduzione dal 44% al 40% dei parti cesarei.
Tra i fiori all’occhiello segnalati da Schettini anche il sostegno all’allattamento naturale promosso insieme all’UO di Neonatologia della dottoressa Ianniello, con la pratica di precoce attaccamento al seno (i neonati non stanno più al nido ma vengono messi al più presto nella stanza della madre).

I buoni risultati assicurati dallo screening, a cui ha aderito il 60% del gruppo bersaglio – ha spiegato il dottor Domenico Bilancia – primario oncologo e coordinatore della Breast care unit (Bcu), – sono dimostrati da tutte le statistiche sul tumore alla mammella. Mentre la Basilicata ha l’1% della popolazione, il tasso di tumori mammari è dello 0.87%: 335 su 38286 casi all’anno). Mentre i tassi di incidenza nazionali sono attestati a quota 136 e 93, la Basilicata ha rispettivamente un tasso grezzo di 113 e uno std di 84. Così per la prevalenza (ovvero l’insieme dei tumori mammari). A fronte di 450mila casi nazionali (con tasso grezzo 1591 e std 1046) in Basilicata se ne registrano 2700 ( rispettivamente (917 e 676, tra i più bassi in assoluto).
Nel lungo percorso di diagnosi e cura – ha concluso Bilancia – un ruolo centrale è affidato ai medici di medicina generale”.

BAS 05

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