Scaglione (Pu) su verifica politica alla Regione

“Può mai essere seria una verifica politica se nella Giunta regionale oggetto di analisi siedono ben tre segretari politici di partiti della coalizione e tra essi un segretario che non si è nemmeno presentato alle elezioni?”

“Ma di quale verifica politica stiamo parlando? Una nuova strategia di programma si impone e che inevitabilmente non può essere trasferita tout court agli stessi attori. Anche per evitare di dire che loro se la cantano e loro se la suonano”. E’ quanto affermato dal capogruppo dei Popolari uniti in Consiglio regionale, Luigi Scaglione.

“La complessità del momento e le difficoltà di tenuta nei rapporti con i cittadini da parte della classe politica – ha proseguito Scaglione – impongono una seria riflessione sul piano programmatico, sullo stato di attuazione delle scelte del Governo regionale, sulla capacità di sintesi delle forze politiche che hanno condiviso e sostenuto il Centro-sinistra alle ultime elezioni. Ma, mi chiedo, può mai essere seria una verifica politica, se nella Giunta regionale oggetto di analisi siedono ben tre segretari politici di partiti della coalizione e tra essi un segretario che non si è nemmeno presentato alle elezioni? Può esserci verifica se i verificatori dovranno certificare se stessi? Credo abbia avuto ragione il segretario del mio partito, quando, stando ai resoconti, ha posto il quesito in ordine alle relazioni non richieste delle attività svolte dai Dipartimenti di cui sempre gli stessi segretari debbono cantarne le lodi”.

“Perché il tema vero – ha sottolineato Scaglione – sta tutto nelle scelte che il Governo regionale è chiamato a fare e che ve ben oltre il tiro al bersaglio sull’Assessore alle Attività produttive. Si tratta di capire cioè se, dato il quadro economico che a livello nazionale si prospetta, in sede di Finanziaria regionale si porranno i termini veri delle iniziative volte a favorire una maggiore occupazione dei giovani, andando oltre i benefit e le assunzioni part-time messe in campo dal Dipartimento; se nel sistema industriale si lascia maggiore libertà di azione e minori vincoli alle imprese locali che forse qualche dovere in più ce l’hanno rispetto al diritto di chiedere ed ottenere i giusti sostegni alle iniziative, come pure appare necessario accelerare le procedure attuative dei nuovi sistemi di produzione energetica; comprendere meglio di cosa si occupa il dipartimento infrastrutture che oltre gli annunci e le autocertificazioni in materia di protezione civile, segna il passo nella messa in campo di un nuovo sistema di mobilità e trasporti regionale che, in maniera alquanto anacronistica, si ripropone di trasferire su gomma in alternativa alla precarietà del sistema ferroviario; verificare se nel sistema agricolo alcune cointeressenze siano state smantellate proprio in relazione all’annunciato sblocco dei fondi Psr che potrebbe innescare un nuovo corto circuito e contestualmente comprendere se quel dipartimento ha il coraggio e la forza e la capacità, di innovare e rinnovare il sistema agricolo o se sia solo una finzione scenica; ed ancora se nel settore dell’ambiente davvero tutto va bene come le relazioni ufficiali dicono senza riuscire a convincere i cittadini lucani. Di questo tipo di verifica programmatico – politico abbiamo bisogno, convinti della capacità di sintesi del presidente De Filippo, delle azioni nuove che inevitabilmente con le scelte del Governo Monti bisognerà mettere in campo costruendo o ricostruendo alleanze vere con il Consiglio regionale e con i suoi consiglieri, che questa Giunta difficilmente riesce a fare come si noterà anche dalla dichiarazione del capogruppo Idv di oggi. E di pari passo la funzionalità di organismi, strutture, agenzie di servizio, aziende sanitarie vanno inquadrate nella strategia dell’unico obiettivo perseguibile, quello del bene condiviso e non dell’orticello da coltivare. La politica alta, guidata dai segretari di partito è inevitabilmente slegata da questa assunzione di responsabilità. E in questo – ha concluso Scaglione – una nuova strategia di programma si impone e che inevitabilmente non può essere trasferita tout cour agli stessi attori. Per evitare di dire che loro se la cantano e loro se la suonano”.

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