Per il vice presidente del Consiglio regionale “dal decreto milleproroghe un colpo mortale a cultura e spettacolo”
“Mentre sul palco dell’Ariston di Sanremo si svolge il Festival della canzone italiana, uno degli eventi più popolari di spettacolo dal vivo, nel ‘palcoscenico’ del Senato con l’approvazione del decreto Milleproroghe è stato assestato un colpo mortale al settore della cultura e dello spettacolo”. Lo sostiene il vice presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Antonio Autilio (Idv), sottolineando che “come ha denunciato Federculture, la federazione che raggruppa Regioni, tra cui la Basilicata, enti locali, aziende e soggetti pubblici e privati che gestiscono i servizi legati alla cultura, il turismo, lo sport e il tempo libero, il mancato reintegro del Fondo unico dello spettacolo e il mancato recepimento degli emendamenti sulle norme contenute nella legge 122/2010, che impone la riduzione dell’80 per cento della spesa per mostre e pubblicità e la soppressione delle spese per sponsorizzazioni e limita i componenti nei cda, impedendo la partecipazione, anche economica, dei privati, inciderà negativamente per tutto il 2011 all’attività culturale e di spettacolo da parte delle Regioni e con la tassa di un euro sul prezzo del biglietto del cinema si allontaneranno ulteriormente i cittadini dallo spettacolo cinematografico”.
“Evidentemente – aggiunge Autilio – la protesta del mondo del cinema e della cultura non è servita a scuotere Governo e maggioranza di centrodestra incapaci a mantenere gli impegni presi nei mesi scorsi, in particolare il rinnovo delle misure fiscali a sostegno del cinema e il reintegro del Fus, condizione ritenuta necessaria per sostenere la ripresa del settore”.
“Purtroppo i tagli del Governo non riguardano solo il cinema: il decreto 'Milleproroghe', oltre a stralciare l'atteso reintegro del Fus, fermo così a 258 milioni di euro e quasi dimezzato rispetto alle cifre del 2008, ha tagliato di netto anche quello per l'editoria, portandolo da 100 a 50 milioni di euro, con conseguenze dirette per le testate di minori dimensioni e per molti professionisti del giornalismo. Diventa perciò necessario – conclude Autilio – chiamare gli operatori della cultura, associazioni e circoli che specie in Basilicata svolgono un’attività importante, a tenere ‘presidi culturali’ per protestare per la tutela del diritto costituzionale alla cultura, perché quando la cultura si arresta allo status quo, muore. E diventa un'altra cosa”.