Fenice, Rosa (Pdl) a Viti (Pd): inspiegabile mutismo del Pd

Per il consigliere regionale del Pdl “Viti non può negare che il Pd è stato in silenzio sul caso Fenice e muto sulle vicende delle indagini che coinvolgono il loro partito”

“L’on.Viti – dice Rosa – ha grande memoria storica, ha ricoperto tanti incarichi politici, istituzionali e di governo anche nazionale, passando dalla ‘Balena Bianca’ di Colombo e Verrastro al ‘partito regione Pd’ che ha ereditato tutti i vizi della prima repubblica e nessun pregio. Neanche la basilare ed antica virtù, quella di assumersi le responsabilità di quanto è stato fatto oppure mal fatto od omesso. Leggo nella risposta di Viti al consigliere regionale Sel, Giannino Romaniello, seppur tutta interna alla maggioranza – continua Rosa – l’abilità di scrivere tanto senza dire nulla e camuffando la realtà. Viti non può negare che il Pd è stato in silenzio sul caso Fenice e muto sulle vicende delle indagini che coinvolgono il loro partito. Parlano però le intercettazioni, nella vicenda meramente giudiziaria la parola spetterà solo e soltanto alla Giustizia italiana che farà il suo corso e della quale rispetteremo le sue sentenze. Qualunque siano. Ma della vicenda politica e delle responsabilità politiche tutti ne parlano e commentano, tranne il Pd, con qualche comunicato di facciata e di manierismo politico. Semmai troveranno il capro espiatorio interno, come il compagno G della vicenda di mani pulite, ma non hanno il coraggio di affrontare il tema politico vero: la commistione tra politica e burocrazia e la scomparsa della linea netta tra pubblico e privato, tra interessi comuni ed interessi privati o di una sola parte”.

“Nella risposta a Romaniello – sostiene Rosa – il capogruppo Viti non affronta nessun nodo politico, non ammette che in Basilicata vi è un potere politico che egemonizza e tiene piegata la società civile. Non lo dice perché Viti rappresenta da oltre 30 anni questa oligarchia che si è sempre mantenuta in piedi, con piccoli ricambi ma con la continuità della stessa regia di comando. Viti legittima con i suoi forbiti interventi tutto questo, facendo finta che nulla è successo, ignorando che in questi mesi abbiamo sempre puntato il dito contro un sistema che non fa bene ai lucani ed alla Basilicata. Un sistema che premia le consorterie e i figli delle oligarchie e punisce la meritocrazia e i comuni cittadini; anche i loro stessi elettori. La vicenda Fenice è un gravissimo episodio ed il Pd ha l’obbligo morale di dire di chi siano le responsabilità politiche e amministrative che l’hanno causata. Siccome arrivano da lontano, dai tempi di Ds e Margherita sono tutte interne al suo ‘partito regione’. Poi non neghiamolo, tutto è iniziato per una segnalazione di discriminazioni a lavoratori Arpab da parte di un sindacalista e dalle strane chiamate per le collaborazioni esterne. Ricordo a Viti, al Pd, alla maggioranza che quando il Pdl ha presentato una mozione sull’abuso dei contratti interinali e proposto una Commissione di inchiesta sulle assunzioni nella pubblica amministrazione ci avete bistrattati pubblicamente, offesi e tacciati di assurdità ed incompetenza politica in privato. Già, e sugli interinali? E sui contratti esterni? E sui concorsi pilotati ? Nessuna parola o commento neanche dai ‘giovani turchi’ del Pd che dovevano rivoluzionare il sistema partitocratrico? Credo che anche loro siano giovani vecchi, forse anche più vecchi del pimpante e lucido Vincendo Viti, capace di artifici retorici per cercare di allontanare le troppe ombre che ci sono nel suo Partito democratico”.

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