150° Unità; Vaccaro (Uil). Sì a festa, no a ferie forzate

''La festività del 150esino anniversario dell'Unita' d'Italia può servire per riflettere sul modo per ritrovare la fiducia dei cittadini tra loro, specie tra quelli del Sud e del Nord, e nelle istituzioni e come proposto dal Segretario Generale della Uil, Angeletti, dovrebbe essere resa permanente, unificandola a quella del 2 giugno. Purtroppo, come hanno denunciato i dirigenti nazionali e locali della Uil-Pa, la decisione di mettere con un ordine di servizio in “ferie forzate” tutti i pubblici dipendenti non è stata la scelta più giusta, specie per quegli uffici e per le strutture dei beni cul turali che avrebbero potuto diventare i luoghi di una festa meno celebrativa e retorica e decisamente più partecipata”. A sostenerlo è il segretario generale regionale della UIL Basilicata Carmine Vaccaro, aggiungendo che “i lavoratori della Uil hanno festeggiato la ricorrenza perché profondamente convinti che i valori dell’unità nazionale che essa rappresenta debbono essere ricordati e celebrati con orgoglio, così come tutti coloro che con il loro sacrificio personale e le lotte per l’indipendenza ne hanno reso possibile la conquista".
“Purtroppo, ancora una volta, sulle modalità della Festa, non si è cercata una soluzione condivisa con le parti sociali ma, per zittire la propaganda di chi, pur stando al Governo, non crede nei valori di uno Stato Unitario, si è deciso di far pagare di tasca propria ai Lavoratori gli oneri di questa celebrazione, imbastendo così il solito pasticciaccio, che presenta quindi profili evidenti di illegittimità. Infatti, la soluzione adottata, che di fatto sospende gli effetti economici e giuridici derivanti dalla soppressione della festa del 4 novembre, ne scaricherà i costi unicamente sui lavoratori, pubblici e privati. Per quanto riguarda il pubblico impiego alcune amministrazioni hanno informato i propri dipendenti che le giornate di permesso per festività soppresse relative al 2011 saranno ridotte a tre. Ri teniamo che tutto ciò non solo è ingiusto ma è anche offensivo nei confronti dei lavoratori pubblici e privati, nonché oltraggioso verso tutta la Nazione”.

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