L’incidenza dei lavoratori in cassa integrazione guadagni in Basilicata, ad ottobre scorso (in totale 8.115 unità) rispetto all’occupazione dipendente (in totale 137.752 unità) è pari al 5,9% con una punta massima in provincia di Matera dell’8,2% (3.838 in cig contro 46.703 occupati) e del 4,7% (4.277 in cig contro 91.049 occupati) in provincia di Potenza. Ma è sempre la cig in deroga ad allarmare: nel confronto gennaio-ottobre 2009 e gennaio-ottobre 2010 l’incremento raggiunge quota più 873,7% (con oltre 691mila ore erogate nei primi dieci mesi dell’anno in corso).
Sono i dati principali per la Basilicata contenuti nel 22esimo Rapporto Uil sulla cassa integrazione guadagni aggiornato ad mese di ottobre scorso.
Inoltre, la cig in deroga se nel settore specifico dell’industria non fa registrare differenzazioni percentuali rispetto ai primi dieci mesi del 2009, segna notevoli incrementi nei comparti del’artigianato, dell’edilizia e del commercio.
Quanto alla cig ordinaria l’aumento nel periodo considerato è del 15,3% con punte del 128% nel commercio, del 101% nell’artigianato del 21,8% nell’industria, mentre nell’edilizia si segnala una diminuzione del 29,3% (complessivamente intorno alle 700mila ore erogate).
“Siamo dunque ancora lontani dalla ripresa e – è il commento del segretario generale regionale della Uil lucana Carmine Vaccaro – dal superamento del disagio occupazionale che in realtà non coinvolge solamente i lavoratori in cig. Sono dati che devono far riflettere sulla assoluta necessità, anche per l’assenza di una riforma del sistema degli ammortizzatori sociali, di una proroga dello strumento almeno per tutto il 2011. E’ a partire da questa riflessione che continueremo a chiedere un monitoraggio non solo delle “reali” ore di cassa integrazione in deroga richieste, ma anche delle “risorse effettivamente spese” per questo strumento di sostegno al reddito.
Resta naturalmente aperto il tema della ripresa e del sostegno allo sviluppo che non può non marciare di pari passo con il rafforzamento della rete di protezione per le centinaia di migliaia di lavoratori coinvolti dalla crisi. Infatti, il rapporto di Bankitalia sul primo semestre 2010 conferma il continuo rallentamento nella produzione industriale”.
A parere di Vaccaro, inoltre, “rimangono aperti due grandi problemi: il primo riguarda la capacità del sistema di accompagnare le persone coinvolte dalla crisi verso il rientro in azienda o verso altro lavoro , con adeguate ed efficaci politiche formative e di orientamento; il secondo riguarda l’urgenza di politiche straordinarie per le aree più deboli del paese e, in generale per il Mezzogiorno, l’area più esposta alla crisi e, purtroppo, quella più in ritardo nel cogliere un’auspicabile ripresa. Per questo – dice ancora Vaccaro – proponiamo, oltre alla garanzia, in caso di crisi prolungata, dell’estensione temporale dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali, anche, e soprattutto, la rivisitazione delle attuali regole che portano queste centinaia di migliaia di persone e vivere con poco meno di 800 euro al mese. Cifra che, di fatto, non è agganciata al salario percepito e percepibile dal lavoratore e che è, soprattutto nelle aree più deboli del Paese, del tutto insufficiente a mantenere un livello di vita decente, soprattutto, se si è monoreddito”.