“Destinatario di un cospicuo finanziamento milionario, fa presente il consigliere del gruppo Io Amo la Lucania, sin dal 2001 naufragato, per effetto di errori progettuali, il nosocomio attende una nuova progettazione”.
“L’ospedale di Melfi sembra essere avvolto in uno stato di oblio. Avvolto in una cappa di silenzio. In attesa di qualcosa o di decisioni. Destinatario di un cospicuo finanziamento milionario (ben cinque) sin dal 2001 naufragato, per effetto di errori progettuali, nel limbo di un appalto prima assegnato e poi rescisso, rifinanziato con un aumento di risorse, attende, ancora oggi, una nuova ed urgente progettazione con la conseguente realizzazione. Ci vorranno ancora mesi prima di vedere la posa della prima pietra”.
Ad affermarlo il consigliere regionale del gruppo Io Amo la Lucania, Ernesto Navazio, il quale sottolinea che “l’attività ospedaliera continua. Con i problemi di sempre. E con i pericoli di sempre. L’attenzione è riferita alla Unità Terapia Intensiva Coronarica (UTIC) che ancora, nonostante le tante sollecitazioni sin dal lontano 2001, la previsione normativa regionale e un richiamo ministeriale che ne ha constatato l’anomalia dell’attuale ubicazione, non viene trasferita dal vicino ospedale di Venosa. Una semplice ricerca sul motore internet Google è capace di mostrare la necessità di una tale Unità all’interno di un ospedale per acuti, quale è quello di Melfi, provvisto giustamente di un reparto di rianimazione, di un pronto soccorso che opera in un regime di d’urgenza/emergenza”
“Non è una richiesta dettata da esigenze campanilistiche – dichiara Navazio, – è una necessità per essere curati nei migliori dei modi. Senza distorsioni o perdite di tempo. Non ci sono molti esempi in Italia che vedono sprovvisti gli ospedali per acuzie del reparto Utic. Tutti sono d’accordo sulla necessità del trasferimento. Tutti concordano. Tuttavia l’anomalia, tutta lucana, continua”.
“I locali per ospitare i primi posti letto per l’unità – continua il consigliere – ci sono, sono stati individuati da tempo. Possono essere pronti in poche settimane. Perché allora è tutto fermo? A nulla vale l’alibi dell’avvio dei lavori di completamento dell’ospedale (ma se non è stato ancora affidato l’incarico che si attende ormai da aprile!) che inizieranno, se tutto va bene, l’inverno prossimo.
“La burocrazia parassitaria interna – conclude Navazio – è così potente da bloccare persino la volontà degli amministratori? O sono accreditate altre tesi scientifiche? Qualcuno dovrà pur sciogliere questi dubbi”.