Il presidente del gruppo consiliare di Io amo la Lucania nell’esprimere “sgomento e rammarico”, auspica che “le istituzioni rispettino la dignità della persona”
Il consigliere Navazio si rivolge a tutte le istituzioni nazionali e locali, a partire dal Governo regionale, affinché si rifletta sulla “grave e indecente” vicenda che “ha offeso la dignità di Stefano”. Si tratta di un ragazzo di 15 anni, di Calvello, affetto da distrofia muscolare di Duchenne che, ormai da 10 anni, non può deambulare e utilizza una sedia a rotelle.
“L’articolo 3 della nostra Costituzione, – sottolinea il consigliere Navazio – recita: ‘tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali’. Dal 1948 – continua – data in cui la nostra Costituzione è entrata in vigore, si passa al 1971, quando la legge numero 118, all'articolo 27, prevede tra le altre cose che: ‘in nessun luogo aperto al pubblico può essere vietato l'accesso ai disabili’; ‘i nuovi edifici pubblici, e quelli di interesse sociale, devono essere sprovvisti di barriere architettoniche’; ‘i luoghi dove si svolgono manifestazioni o spettacoli pubblici debbono prevedere e riservare posti per disabili non deambulanti’; ‘gli alloggi di edilizia economica e popolare, posti a pian terreno, vanno assegnati prioritariamente ai disabili non deambulanti, se ne fanno richiesta’. Detto questo – aggiunge Navazio – la realtà è un’altra. Stefano, un ragazzo che affronta con dignità e coraggio la sua malattia, è costretto, invece, a fronteggiare situazioni difficili subito fuori dalla porta di casa”.
Il consigliere regionale fa riferimento alla mancanza di servizi igienici attrezzati, nello specifico, all’interno di una struttura di tutto rispetto ‘a questo punto però solo in apparenza – sostiene Navazio – quale l’hotel Pianeta Maratea prima e nello stesso Pronto soccorso, poi, della così detta ‘perla del Mediterraneo’ che hanno reso quella che doveva essere per Stefano una semplice giornata di festa da trascorrere con amici e parenti, in una grande umiliazione. L’11 settembre – ricorda navazio – Stefano era andato insieme con la sua famiglia ad un ricevimento nuziale presso l’hotel Pianeta Maratea quando, un’esigenza assolutamente naturale, il dover andare in bagno, si è rivelata, invece, un fatto per lui del tutto eccezionale, anzi impossibile. Infatti – precisa il consigliere – si è trovato al cospetto di una sola stanza in tutto l’albergo, con una porta stretta, i sanitari bassi. Insomma inutilizzabile per chi, come lui, deve affrontare quotidianamente il disagio della sedia a rotelle. Ancor più grave, il dover registrare il fatto che finanche il Pronto soccorso, dove Stefano è dovuto andare nella speranza di trovare almeno lì un bagno idoneo, ne era sprovvisto, tentativo, dunque, dimostratosi fallimentare”.
“Un episodio – afferma il Presidente di Io Amo la Lucania – che, oltre ad avere tutti i presupposti per definirsi scandaloso e fonte di inciviltà, fa sì che si chieda al Comune di Maratea prima, e al Governo regionale poi, se in questa regione vige una normativa a parte rispetto al resto della nazione, considerando che la legge n. 13 del 1989 – fa notare Navazio – concede contributi per interventi atti al superamento delle barriere architettoniche su immobili privati già esistenti ove risiedono portatori di menomazioni o limitazioni funzionali permanenti (di carattere motorio e dei non vedenti) ed il decreto ministeriale del 14 giugno 1989, n. 236 indica le ‘prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità, l'adottabilità e la visibilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell'eliminazione delle barriere architettoniche’. Misure e provvedimenti, quindi, in vigore da oltre 30 anni. A questi si aggiunge la legge n.104 del 1992 ‘legge – quadro’ per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate’. Ciononostante, il lussuoso hotel di Maratea non ha un bagno per disabili!”.
“La legge 25 agosto 1991 n.287 – afferma ancora il consigliere – prescrive che le attività dei pubblici esercizi devono essere esercitate nel rispetto delle vigenti norme, prescrizioni e autorizzazioni in materia di edilizia, urbanistica e igienico-sanitaria. E ancora – ricorda Navazio – il decreto del Presidente della Repubblica del 24 luglio 1996 n.503, rimanda al D.M. 236/89 e stabilisce che deve essere prevista l’accesibilità ad almeno un W.C. ed un lavabo per ogni nucleo di servizi installato”.
Richiamandosi alla querela presentata dalla madre del ragazzo, alla Procura della Repubblica del Tribunale di Lagonegro, il consigliere Navazio informa che “nei prossimi giorni ci faremo carico di un’interrogazione al Governo regionale e se sarà necessario, interpelleremo il Governo nazionale, affinché si ponga fine a situazioni del genere che ledono la dignità umana venendo così meno ai principi saldi della carta costituzionale”.