Sicignano Potenza, Mollica: cronaca di una morte annunciata

Per il consigliere regionale del Movimento per le Autnomie è ora di sostituire tutti gli elementi strutturali del raccordo

“Ore da incubo sul raccordo Sicignano Potenza. E’ la cronaca di una morte annunciata, espressione che più si addice alle vicende riguardanti un’arteria che da qualche anno tormenta la Basilicata.
Che l’Anas effettui lavori commettendo errori da principiante è chiaro; non è concepibile, però, che per effettuare un semplice cambio di segnaletica, accada quello che è successo nella giornata di martedì, con file lunghe e interminabili ed enormi disagi agli utenti. Il tutto su un’arteria vitale per la nostra regione”. E’ quanto afferma il capogruppo del Movimento per le Autonomie della Regione Basilicata, Francesco Mollica.

“Diverso tempo fa – precisa – abbiamo appreso che il viadotto di Picerno era diventato pericoloso a causa di vistose fessurazioni su alcune travi in cemento armato precompresso e che vi era bisogno di studi approfonditi e mirati per la messa in sicurezza di tali elementi strutturali. Studi che sono stati affidati all’Università di Basilicata, la quale ha inteso monitorare e verificare tali strutture. Si sono consumati tempi lunghi e le conclusioni sono state comunque parziali e relative solo alle strutture monitorate e/o verificate. A questo punto è quanto mai opportuno e necessario evidenziare quanto è da letteratura tecnica”.

“E’ del tutto scontato e non necessitano studi e/o approfondimenti su strutture in cemento armato precompresso – prosegue Mollica – che, oltre i trenta anni, le strutture vengono interessate da decadimento prestazionale e funzionale. Tesi avvalorata peraltro dalla succitata letteratura tecnica.
E’ o non è a tutti noto ma soprattutto all’ANAS e a quanti a vario titolo sono intervenuti o interverranno per “studiare il malato” che di anni, dalla messa in esercizio dell’arteria, ne sono passati oltre quaranta? Subire oggi disagi assurdi, tensioni, malori e quant’altro è ben poca cosa rispetto a quanto facilmente prefigurabile per l’uscita di servizio dell’intera arteria”.

“Si vuole una volta per tutte – incalza l’esponente MPA – affrontare il problema dell’adeguamento e della messa in sicurezza di un’arteria vitale per l’intera Regione, o si vuole aspettare, mettendo la testa sotto la sabbia come struzzi, che ci scappi il morto? Vogliamo smetterla con l’alibi di studi e approfondimenti la cui conclusione, ovvia e scontata, porta l’integrale sostituzione degli impalcati ammalorati per decadimento prestazionale e funzionale dopo oltre trenta anni di esercizio?

“Urge – continua Mollica – prendere il “toro per le corna” ed effettuare, con immediatezza, la sostituzione di tutti gli elementi strutturali, predisponendo un piano d’intervento mirato, finalizzato alla messa in sicurezza dell’intera arteria, evitando così l’urgenza e l’improvvisazione che contraddistingue quanto finora posto in essere e senza nasconderci dietro l’insufficienza di mezzi e di risorse economiche”.

“È giunto il momento – conclude Mollica – di dire basta a studi, indagini, monitoraggi e quant’altro. Studi che servono solo a menare il can per l’aia, rinviando la soluzione del problema e spendendo risorse altrimenti impiegabili negli interventi necessitati, urgenti ed indifferibili.
Pertanto diciamo all’ANAS, al Governo ed alla Regione di muoversi. E’ la letteratura che lo impone, evitando, così, di versare fiumi di parole e lacrime quando ci scappa il morto”.

    Condividi l'articolo su: