Vita (Psi): “Rendere competitiva l’agricoltura lucana”

Il capogruppo del Partito socialista italiano in Consiglio regionale intervenendo in merito alla proposta della Comunità Europea per la nuova Pac sottolinea la necessità di chiudere il Programma di sviluppo rurale in corso

“Prima di contrastare la proposta della Commissione Europea per la nuova Pac che è destinata ad aggravare le condizioni di reddito dei nostri agricoltori e di quelli di tutte le regioni meridionali è necessario intensificare l’impegno per chiudere la programmazione dell’attuale sessennio scongiurando, nei fatti, il disimpegno dei fondi comunitari entro il 31 dicembre prossimo ed accelerando l’iter dei bandi del Psr”. E’ quanto sostiene il capogruppo del Psi in Consiglio regionale Rocco Vita, aggiungendo che “l’assessore all’Agricoltura Mazzocco non può, a nome dell’intera maggioranza, limitarsi a fare annunci, ma è tenuta a proporre ed adottare soluzioni certe e trasparenti rispetto agli obiettivi predefiniti, che impongono scelte coraggiose al fine di rendere competitiva l’agricoltura lucana”.

“Nello specifico della filiera corta e di qualità, l’ipotesi di riduzione dei fondi comunitari – continua Vita – impone scelte precise e la destinazione degli stessi ad obiettivi specifici e finalizzati, con la conseguente necessaria indicazione ed il loro concreto rapporto alla gamma molto ampia di attività distinguendo, in primo luogo, tra le aziende tradizionali di coltivazione ed allevamento e quelle impegnate nella trasformazione aziendale e vendita diretta”. “L’Assessore tuttavia – continua il capogruppo del Psi – trascura il fatto che le esigenze ed il bisogno di risorse sono diverse. Non è più possibile ricevere migliaia di domande per dare risposte dopo anni. Non si comprende, inoltre, l’obiettivo di ‘puntare sulle eccellenze e le tipicità lucane’ senza tuttavia aver proceduto, in conformità al D.M. emesso dal ministero Agricoltura relativamente ai ‘prodotti tipici tradizionali regionali’, alla redazione, per molti dei prodotti individuati, del disciplinare di produzione e l’individuazione degli organismi di controllo e di certificazione”.

“Inoltre – dice Vita – si ripropongono le questioni della burocratizzazione, della trasparenza e dell’efficienza delle attività legate ai Bandi del Psr che creano non poche difficoltà agli agricoltori soprattutto per i tempi eccessivamente lunghi nell’erogazione di contributi ed aiuti comunitari anche a seguito del forte arretrato che Arbea si trova a gestire già da qualche anno. Per non parlare – conclude il capogruppo del Psi – dei problemi di accesso al credito per il quale le leggi adottate sono disapplicate”.

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