“In Commissione Affari Istituzionali del Senato stiamo lavorando da oggi per la modifica della norma della manovra di Ferragosto che prevede la soppressione di giunte e consigli nei Comuni con meno di mille abitanti. Ci sono due ipotesi: la prima prevede il sindaco come solo organo istituzionale dei piccoli Comuni e l’altra una delega alle Regioni per una più ampia discrezionalità in materia di accorpamenti”. E’ quanto sostiene il sen. Egidio Digilio (Fli), componente della Commissione Affari Istituzionali del Senato e coordinatore regionale di Fli per la Basilicata. “Il clima che si registra sulla base di una relazione “aperta” del Presidente Vizzini – sottolinea Digilio – è di ampio confronto e massima collaborazione tra i gruppi per trovare soluzioni che diano risposte positive alle richieste venute dall’ANCI e dall’ANCI Piccoli Comuni. La questione, una volta tanto, non divide il Sud dal Nord, anzi sono soprattutto i senatori piemontesi i più strenui difensori delle municipalità. Per quanto riguarda la Basilicata puntiamo a salvaguardare tutte le esperienze municipali da considerare presidi statali locali e dell’identità di una comunità che continua a vivere la fase storica più problematica della sua tenuta demografica e quindi di regione. Il problema, che ha molti aspetti, non si risolve certo come ha fatto il sindaco di Missanello comprando un quadro di Carlo Levi da mostrare ai visitatori oppure come vorrebbero fare altri sindaci di convincere gli emigrati a riprendersi la residenza in paese. Si tratta piuttosto di garantire agli abitanti dei centri minori condizioni di vita e qualità di servizi accettabili se non proprio identici a quelli erogati nei centri più grandi, che è possib ile solo con forme consortili ed Unioni Municipali. Per questo al di là delle modifiche che riusciremo a far passare in Senato – dice Digilio – essenziale è la strategia che metterà in campo la Regione utilizzando le royalties del petrolio e fondi comunitari per salvare le comunità locali e completando la riforma istituzionale lasciata a metà dopo la soppressione delle Comunità Montane. Quanto al risparmio previsto dai tagli in Commissione è stato fatto notare ai rappresentanti di Governo che sarebbe stato sufficiente accorpare le elezioni amministrative di maggio con i referendum di giugno per risparmiare tra i 700 e gli 800 milioni di euro da destinare ai piccoli Comuni”.
BAS 05