Viti replica a Venezia

Il capogruppo del Pd, facendo riferimento alla missiva inviata da Venezia al presidente De Filippo, sottolinea che “basterebbe sottrarsi a generiche citazioni o ad allusioni cifrate per attivare le iniziative più opportune e rigorose”

“Leggo con stupore stralci di una lettera che il consigliere regionale Venezia avrebbe inviato al Presidente della Regione nella quale viene descritta, con accenti catiliniari, la condizione lunare nella quale viene costretta la Basilicata dal dispotismo sudamericano di una classe dirigente cui vengono attribuite tutte le responsabilità del malessere: malversazioni, corruttele nelle procedure concorsuali, sfascio della sanità, carriere costruite in laboratorio: insomma una gomorra in sedicesimo”.

Lo dichiara il capogruppo del Pd, in Consiglio regionale, Vincenzo Viti, il quale sottolinea che “rientra, naturalmente, nella libertà di ognuno, anche del consigliere Venezia (al quale mi ostino a riconoscere uno stile diverso da quello che lo infervora) di denunciare, se vi fossero, delitti, abusi e scorrettezze che, in ogni momento, il diritto può essere chiamato a dirimere e sanzionare. Basterebbe sottrarsi a generiche citazioni o ad allusioni cifrate o a riferimenti politicamente suggestivi per attivare le iniziative più opportune e rigorose”.

“Trovo, inoltre – continua Viti – fuori di luogo e scomposta la descrizione delle rovine nelle quali egli racconta di aggirarsi; inaudito l’invito al senatore Colombo a tacersi (il quale è forse ignaro di trovarsi di fronte ad una inappellabile autorità morale) e agli esponenti di un partito, che offende le sue raffinate pretese, di “vergognarsi” per la condizione tribale alla quale ha condannato la società regionale. Chi, come me, ha considerazione per Venezia, non può accettare un linguaggio che fa torto alla sua esperienza e al suo equilibrio non meno che al suo profilo di stimato esponente dell’opposizione in Consiglio regionale. Né può far passare sotto silenzio la gravità di affermazioni quali quelle riferite alla drammatica vicenda di Policoro che, proprio perché oggetto di una delicata e concorrente attività investigativa, non può costituire occasione di speculazione né convalidare assurde chiamate in correità del Governo regionale”.

“La Basilicata, regione ‘a rischio’? Non scherziamo con le parole – conclude il capogruppo del Pd – in tempi difficili come questi (difficili anche per ragioni che, come Venezia sa bene, non nascono qui e che in ogni caso siamo impegnati a regolare e governare in un clima di relazioni trasparenti, corrette e severe). Il rischio vero è che l’uso smodato delle parole e il sonno delle ragione ci portino laddove nessuno di noi vorrebbe arrivare. Per quanto riguarda noi, ce ne terremo lontani”.

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