Con una lettera al direttore de “Il Quotidiano della Basilicata”, il consigliere regionale del Popolo della Liberta interviene in merito all’intervista rilasciata dall’assessore alla Sanità, Attilio Martorano ad Andrea Di Consoli
“Un’intervista – dice Venezia – che, almeno dal titolo, ‘la mia cura per la sanità’ faceva ben sperare sulle intenzioni dell’Assessore sulle azioni da intraprendere, nel corso del suo mandato, per affrontare al meglio i problemi della sanità lucana. Problemi che vanno dall’elevata spesa pubblica, un miliardo e trenta milioni di euro annui pari a circa 1.800,00 euro per ogni lucano, all’alto tasso di emigrazione sanitaria, all’annoso problema delle liste di attesa, alla gestione ed all’utilizzo dei nosocomi lucani, alla modernizzazione di una sanità che, spesso, appare legata a schemi mentali assistenziali vecchi di oltre cinquant’anni”.
“Francamente – continua Venezia – le risposte dell’Assessore hanno totalmente deluso. Sono apparse vuote di contenuto, prive di proposte, carenti di programmazione, tipiche di un arcaico modo di fare politica, caratteristico dei tempi più bui della Democrazia cristiana, tempi in cui il politico per cercare di celare le proprie incompetenze adottava il criterio del galleggiamento grazie al quale riusciva ad evitare le difficoltà e a dare risposte-non risposte all’opinione pubblica. Questa è la sintesi dell’intervista definita a 360 gradi e che, mi permetto di correggere, a 360 gradi sottozero. Infatti, l’assessore Martorano, considerata l’occasione ghiotta fornita dal giornalista, invece di definire, finalmente, quale sia il suo progetto sanità, se ne esiste alcuno, si è limitato a fare delle brevi riflessioni economico-finanziarie su dati di carattere statico e dinamico, a riferire sui numeri del deficit delle Asl, a rappresentare la preoccupazione per le liste di attesa, a contraddirsi sulle caratteristiche dei dirigenti medici per quanto riguarda il San Carlo di Potenza, a ‘bussare a cassa’ per il Crob di Rionero, a bacchettare i pisticcesi”.
“Se questo è il Martorano-Pensiero – afferma l’esponente del Pdl – dobbiamo essere seriamente preoccupati sul futuro della nostra sanità regionale, affidata, e mi dispiace dirlo, ad una concezione esclusivamente ragionieristica, null’altro. Ed in questa direzione si spiega quanto accaduto a Tinchi, dove a distanza di un anno dall’inaugurazione di una piscina terapeutica costata, insieme agli interventi di ristrutturazione, vari milioni di euro a carico della collettività, per mero ragionamento contabile si è assunta la decisione di eliminare i posti letto, praticamente di chiudere l’Ospedale, senza offrire alcuna alternativa valida e rassicurante per la città di Pisticci e, soprattutto, per i tanti pazienti che hanno usufruito di quel nosocomio. In verità, era stata ventilata l’ipotesi di un affidamento dell’ospedale alla Fondazione Stella Maris, una fondazione nata con l’intento di attivare servizi di riabilitazione per la neuro-psichiatria infantile e per l’età evolutiva. Ma questa ipotesi è stata cassata, ex abrupto, in Consiglio regionale dal presidente De Filippo dopo che lo stesso è stato incalzato, dal sottoscritto, sulle modalità eventualmente assunte per arrivare ad un accordo Regione-Fondazione Stella Maris. Cestinata l’ipotesi Stella Maris, a seguire il nulla”.
Nel rivolgersi direttamente al direttore del quotidiano, il consigliere Venezia chiede: “Le sembra, da cittadino, che la Giunta regionale abbia le idee chiare? Io credo –aggiunge Venezia – che si navighi a vista, senza avere alcuna idea sulla meta da raggiungere e, soprattutto, sulla rotta da seguire. La sanità lucana, per troppo tempo è stata occasione di sperpero del danaro pubblico, luogo di creazione di clientele politiche e centro di reclutamento del potere. Martorano deve prendere atto di tutto questo e, se ne ha il coraggio, intervenire sugli sprechi che non si annidano nell’assistenza sanitaria ai pazienti ma, al contrario, nel costoso affidamento all’esterno di servizi che o sono superflui ( vedi Ospedale di Matera ) o, addirittura, possono essere svolti ‘intra-moenia’ a costo zero. L’assessore Martorano deve prendere atto e, se ne ha il coraggio, intervenire sulle carriere costruite a tavolino che abilitano lacchè di potere e non professionisti utili alla salute pubblica. L’assessore Martorano deve avere l’umiltà di girare, anche in incognito, fra gli ospedali lucani e confondersi fra la moltitudine di pazienti che attendono, dopo mesi di prenotazione mediante Cup che non funzionano, ore ed ore, nelle sale di attesa e nel più assoluto disagio, per essere sottoposti ad una visita specialistica. Questo, a mio avviso, deve fare chi intende dare un’inversione di rotta ad un andazzo che provoca solo sperpero del danaro pubblico e non assistenza sanitaria. Certamente la Lombardia e l’Emilia Romagna, gli esempi di una sanità che funziona e che attrae tanti e tanti malati lucani, non sono delle regioni governate da menti eccezionali ma, al contrario, da persone normali che hanno avuto una linea di pensiero diversa da quella dei nostri governanti che, invece, hanno guardato alla sanità esclusivamente in termini partitocratici raggiungendo l’unico obiettivo del mantenimento del consenso elettorale e, questo, a danno della salute dei cittadini”.
Il consigliere Venezia conclude la sua lettera aperta al direttore del Quotidiano, affermando “contesto fortemente i contenuti dell’intervista all’assessore Martorano solo in un passaggio, però, sono concorde con lui, quando afferma, dopo le sue dimissioni da Confindustria Basilicata, ‘che dopo aver approfondito alcuni confronti’ gli ‘è parso chiarissimo che non c’erano le condizioni culturali e politiche per aderire al Pdl’. Ha pienamente ragione, il Pdl è altra cosa. Noi siamo uomini liberi”.