“La grande distribuzione organizzata non ‘uccide’ il commercio al dettaglio, e anzi spesso può trasformarsi in un’opportunità se questo decide di riqualificarsi e specializzarsi. La condizione è che la piccola distribuzione faccia un salto di qualità, innovandosi, qualificandosi e specializzandosi”. E’ quanto ha evidenziato il presidente di Unioncamere Basilicata, Angelo Tortorelli, nell’ambito della presentazione del Rapporto “La rete distributiva in Basilicata”, edito dall’Osservatorio Regionale sul Commercio e realizzato dal Centro Studi Unioncamere Basilicata, presentato questa mattina a Potenza. “Il commercio di vicinato – ha aggiunto Tortorelli – rappresenta un grande valore non solo economico ma anche sociale, soprattutto per le più piccole realtà regionali, ma occorre sostenere i processi di innovazione e riqualificazione, incentivando le forme di associazionismo e rilanciando i centri storici come centri commerciali ‘naturali’, ad esempio. Dal canto loro, i commercianti dovranno vincere le resistenze dovute al mancato ricambio generazionale, che rischiano di produrre effetti molto negativi. Unioncamere Basilicata continuerà a monitorare il settore, estremamente importante per l’economia regionale, mettendo a disposizione dei decisori politici gli scenari che con cadenza annuale si presenteranno, allo scopo di stimolare politiche attive tese a mitigare le criticità esistenti e a implementare i punti di forza.
I DATI
Il settore commerciale al dettaglio ha un “peso” significativo nell’ambito dell’economia lucana, contribuendo per il 12,6% alla formazione del valore aggiunto regionale, assorbendo il 14,1% dell’occupazione complessiva e rappresentando quasi il 25% dell’intera base imprenditoriale extra-agricola. 9.000 i punti vendita al dettaglio, con una media di 162 ogni 10.000 abitanti (la media nazionale è di 136/10.000). Il piccolo commercio si concentra soprattutto nelle aree interne, (laddove c’è minore densità abitativa) ed è prevalentemente despecializzato.
LE TENDENZE
La crisi degli ultimi anni ha influito notevolmente sul comparto, come conseguenza del rallentamento dei consumi delle famiglie, con il risultato del saldo negativo di nati-mortalità aziendale. Gli ultimi dati, relativi al primo trimestre 2010, continuano a segnalare conti in rosso (una flessione del fatturato del 4,5%) anche se il clima di fiducia degli operatori sembra finalmente volgere ad un cauto ottimismo circa le possibilità di una ripresa, già a partire dal secondo trimestre.
Il rallentamento dei tassi di crescita mette in evidenza che a “perdere” è soprattutto il piccolo commercio despecializzato, soprattutto quello alimentare. Ad incidere non è tanto la crescita della grande distribuzione organizzata, che conta soprattutto minimercati e supermercati (+20% la variazione nell’ultimo decennio, con un fatturato del +24,4% nel 2009, contro una media del 28% al Sud e il 452% in Italia) quanto i fattori più propriamente interni alle dinamiche dei piccoli punti vendita, caratterizzati soprattutto da conduzioni di tipo familiare, ovvero il mancato ricambio generazionale e la mancata specializzazione e riqualificazione del servizio.
INDICI DI DOTAZIONE TERRITORIALE
Gli indici di dotazione territoriale denotano una forte variabilità, in Basilicata. Policoro, Maratea, San Severino, Marsicovetere e Lagonegro sono i comuni con una maggiore presenza del piccolo commercio al dettaglio, grazie al più elevato reddito pro-capite, al profilo demografico espansivo e al più alto grado di turisticità. Mentre nell’area di Senise e Lauria si registra una sostanziale stagnazione rispetto al numero dei punti vendita, nel bacino di Matera e in quello di Pisticci/Policoro si registra l’incremento dei due terzi dei punti vendita regionali (374 su un totale di 582), con un‘offerta che cresce, si rafforza e si qualifica, proprio in virtù di una più spiccata tendenza alla specializzazione e all’innovazione.
(bas – 04)