La Basilicata, con il 15,9% tra lavoratori disoccupati e cassaintegrati, occupa il quinto posto per “disagio occupazionale” (prima è la Puglia con il 17,2%); è quarta per indice di utilizzo della cassa integrazione guadagni ; quinta per indice del lavoro sommerso. Tra le province, sempre sulla base dell'indice del “disagio occupazionale” la provincia di Potenza registra una percentuale del 16% e quella di Matera del 15,5%. Le persone a disagio sociale in Basilicata sono complessivamente oltre 34 mila di cui 27.190 in cerca di occupazione e 6.861 in cassa integrazione. Sono i dati più significativi del Rapporto Uil sul disagio occupazionale nel Paese, nelle Regioni e nelle Province, aggiornata ad aprile 2010.
Il 2009 – si legge nel Rapporto – è stato l’anno di una crisi che ha colpito in maniera generale il nostro sistema: economico, produttivo, sociale e civile e i primi mesi del 2010 non segnalano significate e positive inversioni di tendenza.
Ma il disagio occupazionale si deve misurare con più indicatori: la UIL ne ha individuati 3 (a loro volta articolati in 19 parametri) a partire dalla quantità e dalla qualità del lavoro che c’è o si cerca, di chi ha una occupazione, di chi la cerca attivamente, di chi opera presso
imprese e come questo lavoro “dipendente” sia più o meno sicuro. Proseguendo con l’analisi nazionale e territoriale sull’utilizzo dello strumento principe tra gli ammortizzatori sociali, la Cassa Integrazione, ed integrando il tutto con una analisi sul “lavoro fantasma”, cioè quello irregolare ed in nero.
Crediamo – sottolinea il segretario generale regionale della Uil Carmine Vaccaro – che la Politica, i Governi (a tutti i livelli), ma anche le parti sociali, debbano prendere atto che sta cambiando (purtroppo in peggio) il lavoro, sia dal punto di vista della quantità e che della qualità. Ed è questa la vera sfida per la legislatura regionale appena iniziata.
Dal confronto dei risultati dei 3 indicatori sopra menzionati, ne emerge uno spaccato interessante: se gli indici “mercato del lavoro “e “lavoro sommerso” vedono un Mezzogiorno arrancare rispetto al Centro-Nord, dalla combinazione di questi con l’indice della “cassa integrazione”, ne emerge una nuova fotografia della crisi.
Se il 2010 sarà, come noi auspichiamo, l’anno del lavoro – evidenzia la Uil – dovrà anche essere, soprattutto, quello delle risposte straordinarie a due temi: il primo è quello relativo all’accompagnamento attivo, di chi usufruisce degli ammortizzatori sociali, al rientro in azienda, anche attraverso politiche di riqualificazione efficaci, motivo questo che ci ha spinto a lavorare per l’Intesa con Governo e Regioni su un piano straordinario per la formazione nel 2010; il secondo è quello di garantire un adeguato reddito in caso di prolungamento del periodo di sospensione dal lavoro.
“Per questo – è il commento del segretario Vaccaro – proponiamo, oltre alla garanzia, in caso di crisi prolungata, dell’estensione temporale dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali, anche, e soprattutto, la rivisitazione delle attuali regole che portano queste centinaia di migliaia di persone e vivere con poco meno di 800 euro al mese. Cifra che, di fatto, non è agganciata al salario percepito e percepibile dal lavoratore e che è, soprattutto nelle aree più deboli del Paese, del tutto insufficiente a mantenere un livello di vita decente, soprattutto, se si è monoreddito”.
bas 02