Ticket: Martorano in coda al S.Carlo. Per pagare 27 minuti

Nessun ritardo dovuto a nuove procedure. L’assessore si è confrontato con i pazienti in attesa per spiegare i provvedimenti “imposti dal Governo e rimodulati per venire incontro alle fasce deboli”. Il ruolo dei Caf per i certificati

Ventisette minuti per pagare il ticket alle casse del San Carlo. Sono quelli trascorsi dall’assessore regionale alla sanità, Attilio Martorano, che questa mattina si è messo in coda tra tutti gi altri cittadini per verificare in prima persona eventuali disagi e parlare con gli altri utenti in attesa.
L’esponente di giunta ha prelevato il biglietto dall’eliminacode alle 10 in punto ed è giunto alla cassa alle 10.27. All’operatore ha chiesto se ci fossero stati problemi procedurali che possano aver rallentato le operazioni, ed ha ricevuto una risposta negativa. “La procedura è esattamente la stessa di prima della nuova norma sui ticket – ha spiegato l’operatore – sono cambiati i codici di esenzione ma tutto si svolge esattamente come in precedenza e negli stessi tempi”. L’assessore ha chiesto poi anche gli umori raccolti dai cittadini e lo sportellista ha risposto che “ si lamentano per i ticket”.
“Un dato importante – ha commentato l’assessore – è iniziare a mettere a fuoco i problemi che ci sono senza distorsioni. I ticket, introdotti dal Governo e su cui la Regione è intervenuta con una rimodulazione in favore delle classi sociali più deboli, rappresentano senza dubbio un aggravio per i pazienti, ma sicuramente non possono essere l’origine di ritardi e code alle casse”.
Inoltre, i dati dell’afflusso del pagamento del ticket all’Ospedale San Carlo smentiscono anche l’ipotesi di un fenomeno di rinuncia alle prestazioni da parte dell’utenza. I dati di afflusso allo stesso centro di prenotazione del San Carlo in questi primi giorni di rimodulazione del ticket sono assolutamente in linea con i dati precedente. Lunedì scorso, ad esempio, si è avuto un aumento delle prestazioni dell’8,1%, rispetto a quanto avveniva prima della rimodulazione, mercoledì un calo del 5,5%, con una oscillazione fisiologica assolutamente in linea con quanto accadeva prima della nuova regolamentazione. Se, quindi, casi di rinuncia possono esserci stati per quanto meritino attenzione al pari di quelli che ci potrebbero essere stati prima della rimodulazione, non costituiscono un “fenomeno”.
Del resto, i dati sulle tipologie di esami richiesti, mostrano come per la maggior parte dei casi il ticket rimodulato dalla Regione sia calato nell’importo rispetto a quello imposto dal governo in misura fissa di 10 euro. Oltre la metà delle prestazioni ricadono nella fascia di contribuzione che va da 0 a 8 euro, mentre nella fascia di contribuzione massima (di 30 euro) ricadono solo il 12% delle prestazioni erogate. E questo per chi non è soggetto ad esenzione. Generalmente, quindi, il “conto” finale alle casse delle aziende ospedaliere sarà più leggero di quanto avveniva applicando la norma nazionale.
Su questo e altri temi, l’assessore Martorano si è fermato a portare con gli altri cittadini in fila alle casse. “I nuovi ticket – ha spiegato a chi lamentava il maggiore esborso – sono stati previsti dalle norme nazionali e non era possibile, per la Regione, non applicare la norma. Ciò che abbiamo potuto fare e abbiamo fatto – ha aggiunto – è rimodulare l’esborso tenendo conto sia del valore delle prestazioni richieste sia della condizione di reddito di ciascun assistito. Chiaramente – ha aggiunto l’assessore – come per ogni nuova iniziativa se emergeranno margini di miglioramento saremo pronti a introdurre elementi correttivi, ma per questo è maggiormente importante mettere a fuoco eventuali problemi reali ed evitare di dire che tutti i problemi della sanità o della congiuntura economica che opprime le famiglie ora dipendono dalla rimodulazione dei ticket. Anche perché – ha aggiunto – un punto purtroppo non in discussione è che le norme nazionali e il bilancio falcidiato dai tagli ai trasferimenti non ci consentono di eliminarli”.
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