Teatro, domani a Grumento “Il Ciclope” di Euripide

Prosegue a ritmo intenso la stagione teatrale organizzata dal Cde (Centro Europeo di Drammaturgia) nell’ambito del Festival Teatri di Pietra 2011, Theatrum Theatron. Domani sera, a partire dalle 21 presso gli Scavi Romani di Grumento Nova è prevista l’esibizione dell’Ente Teatro Antonio De Curtis con la rappresentazione teatrale dal titolo “Il Ciclope” di Euripide, regia di Vito Cesaro e Antonino Miele, con la partecipazione di Luciana Turina, Massimo Pagano ed Eduardo Di Lorenzo. Il Ciclope è un dramma satiresco del drammaturgo greco Euiripide. Odisseo (Ulisse) che arriva al paese dei Ciclopi (la Sicilia) incontra Sileno (capo di un gruppo di satiri che sono stati catturati e resi schiavi dal Ciclope), e gli offre di scambiare il proprio vino con del cibo. Essendo un servo di Dioniso, Sileno non sa resistere alla tentazione di farsi dare il vino, ma lo scambio con cibo non suo, bensì del Ciclope. Quest’ultimo poco dopo arriva, e Sileno per giustificare la mancanza del cibo, accusa Odisseo di averlo sottratto di nascosto. Ne nasce una discussione, ma il Ciclope poco interessato alla diatriba, porta Odisseo e alcuni uomini dell’equipaggio nella sua grotta con l’intento di divorarli. Per liberarsi, Odisseo idea un piano: dirà al Ciclope di chiamarsi Nessuno, gli offrirà il vino per farlo ubriacare, e poi lo accecherà con un palo di legno. Quando il ciclope accecato urla di dolore, il coro di satiri gli chiede (per schernirlo) chi sia stato a ferirlo, la risposta è famosa “Nessuno mi ha accecato”, che scatena la derisione da parte dei satiri. Nel frattempo Odisseo e il suo equipaggio scappano sulla nave. In linea con il tono parodistico tipico dei drammi satireschi, il Ciclope presentato nell’opera è assai diverso dal Ciclope dell’Odissea che è un essere mostruoso, primitivo, privo di qualsiasi scrupolo morale e a cui è ignota qualsiasi forma di progresso. Il Ciclope di Euripide è invece più civilizzato, e pur vivendo ai margini della società, non ha nulla di bestiale. Insomma non rappresenta più la selvaggia bestialità del Ciclope dell’Odissea, ma una sua forma più moderna e più cittadina, sorprese escluse. In questa messa in scena della commedia di Euripide si è cercato di evidenziare alcuni tratti drammaturgici che si prestano molto alla comicità e raggiungono momenti di pura farsa, anche perché il dramma satiresco fu un genere teatrale leggero e comico, in cui il coro era formato da un gruppo di satiri presenti nelle più disparate situazioni spesso ricavate dal mito in chiave parodistica (nel Ciclope essi sono un gruppo di servitori di Polifemo). I satiri si comportano da spacconi, vigliacchi, finendo spesso nei guai (situazioni tipiche della commedia e della farsa). E’ una rappresentazione brillante, divertente, addirittura comica. La simpatia e le doti canore di Luciana Turina, nelle vesti di un’insolita nuvola canterina, renderanno piacevoli i dialoghi, coro e gag comiche con Vito Cesaro, nella parte di Ulisse, Massimo Pagano, nel ruolo di Sileno e Antonino Miele che interpreterà Il Ciclope. La scenografia è stata ideata in modo da far sì che il pubblico si troverà all’interno della caverna e gli spettatori stessi diventino dei naufraghi e, alla fine della rappresentazione dalla sala, simboleggino la fuga dei prigionieri dalla grotta del Ciclope morente. Le musiche e le canzoni originali appartengono ai Maestri Antonino, Armano e Marco Colella. Le scene e i costumi sono di Luca De Nicola.
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