“Le Segreterie Regionali di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, considerato che allo stato attuale non si è ancora definito un chiaro percorso volto a dare una collocazione giuridica e funzionale di tutti i lavoratori delle soppresse Comunità Montane, ritengono urgente la convocazione del tavolo istituzionale regionale, con la presenza di tutte le Amministrazioni Pubbliche interessate (Anci, Upi e AA.SS.LL), per la definizione di un protocollo di intesa allo scopo di individuare le modalità operative inerenti alla complessa questione del personale.
Per CGIL, CISL e UIL – si legge in un comunicato congiunto – si deve prioritariamente partire dalla istituzione di un ruolo speciale regionale e dalla rapida definizione di percorsi di stabilizzazione per i lavoratori precari attualmente in servizio. Il ruolo speciale rappresenta oggi l’unica garanzia vera per i lavoratori nell’attesa che si strutturi e diventi operativo il nuovo modello di gestione associata.
Occorre, inoltre, che la Regione definisca con chiarezza i compiti e le funzioni delle gestioni associate all’interno delle aree di programma, a partire dalla misura ambiente e della forestazione, affinché le stesse diventino unico punto di riferimento per l’esercizio di talune funzioni e servizi sul territorio. Definire con chiarezza i suddetti compiti e funzioni è condizione indispensabile per stabilire il reale fabbisogno di personale necessario al funzionamento dei servizi associati.
Al fine di garantire i lavoratori LSU, Co.Co.Co. e a tempo determinato in servizio presso le soppresse Comunità Montane e presso l’UNCEM regionale, la Regione dovrà assicurare percorsi di utilizzo, nel rispetto delle attuali posizioni degli stessi e con il trasferimento delle relative risorse finanziarie, da definirsi in un apposito accordo di programma da stipularsi con gli enti e/o le strutture utilizzatrici.
CGIL, CISL e UIL considerano, inoltre, fondamentale la incentivazione dei percorsi di mobilità volontaria attraverso la garanzia del trasferimento delle risorse economiche a favore degli enti regionali, sub regionali, comprese le aziende sanitarie, nonché a favore di altre amministrazioni.
Inoltre, CGIL, CISL e UIL al fine rendere praticabili tali percorsi, ritengono necessaria la modifica all’art. 23 della legge regionale n. 33 del 30 dicembre 2010, modifica che dovrà avvenire in tempi rapidi”.