Sciopero calciatori: Digilio, cattivo esempio per giovani

“'Lo sciopero dei calciatori di serie A non solo è l'ennesima prova del malessere che il calcio italiano vive ormai da anni, ma è il peggiore degli esempi che si può dare a quell’esercito di dilettanti e giovanissimi che partecipano ai campionati di calcio cosiddetti minori nella nostra regione con lo spirito di autentica passione e gioia di svolgere una salutare attività sportiva con il risultato di creare, specie nei centri minori, un’opportunità di socializzazione e un’occasione di forte e sana identità locale”. A sostenerlo è il sen. Egidio Digilio (Fli) per il quale “dietro il falso problema del contributo di solidarietà (che essendo un'imposta deve necessariamente essere a carico del lavoratore e, quindi, in questo caso del calciatore) o la difesa del famoso art. 7, infatti, non vi è altro che l'evidenza di un sistema che fa sempre più fatica a sostenere quei ritmi che ha scelto di imporsi''.
“L’indebitamento delle società, gli scandali di tutti questi anni hanno prodotto guasti profondi come sanno bene i tifosi di Potenza privando grandi e piccole città di squadre che in precedenza partecipavano a campionati professionistici. E’ in proposito da incoraggiare l’esperienza di MateraIrsina che partecipa alla serie D e non intende cancellare il calcio dalla città di Matera ripartendo con umiltà e sacrificio da un campionato minore. E’ il modello dei cosiddetti grandi del calcio, stabilendo quanto pagare le prestazioni di un calciatore e quanto retribuirlo, arrivando persino a chiedere agevolazioni fiscali che invece – dice Digilio – va superato se non vogliamo trovarci con nuovi pesanti deficit e fallimenti di società e stadi condannati a rimanere vuoti la domenica. Quella dei calciatori pertanto rappresenta soltanto un aspetto di un malessere piu' vasto, l'anomalia inaccettabile per tutto lo sport italiano''
''Pur considerando inopportuna, come molti giustamente sottolineano, la scelta di non scendere in campo da parte dei giocatori di serie A se si ha davvero intenzione di restituire al calcio un'immagine accettabile, non si può che rilevare come questa deriva che danneggia soprattutto decine di milioni di appassionati, sia frutto principalmente dell'indirizzo che i club italiani hanno scelto di dare al nostro calcio. Altro che tifo-bandiera e spettacolo”.
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