Interrogazione al presidente De Filippo “sulla pianta organica della Regione, il cui dato ufficiale al 19/11/2010 evidenzia una dotazione di diritto di 1.238 risorse umane, mentre nei fatti vi sono 896 posti ricoperti e ben 342 sono vacanti”
Il consigliere del Pdl, Gianni Rosa, chiede “spiegazioni sul perché dal 1995 al 2010 si è scelto di non coprire i posti scoperti della pianta organica attraverso pubblici concorsi, quanti concorsi e quanti assunti a tempo indeterminato ci sono stati nel suddetto periodo, e perché si è optato verso la costituzione di rapporti con collaboratori esterni. Chiediamo – aggiunge – di conoscere quali decisioni politiche e organizzative vorrà adottare la Giunta rispetto alla copertura dei posti vacanti in pianta organica”.
“Dalla risposta pervenuta ad una precedente interrogazione del 26 gennaio ‘contratti interinali e co.co.co presso Regione Basilicata’ – afferma Rosa – si ha la conferma che la Regione Basilicata ha sempre utilizzato ed utilizza al fine di reperire le risorse umane necessarie, anche con estrema prodigalità, alla vera o fittizia carenza di personale, quei contratti atipici, più o meno ‘flessibili’ previsti dalla normativa. Abbiamo potuto verificare dagli elenchi consegnatici, la numerosità dei rapporti di co.co.co, co.co.pro, lavoratori a termine, interinali, consulenti, long list, short list, per arrivare perfino all’indipendenza dei singoli Dipartimenti dotati di piena autonomia e proprie liste di attesa utili alle selezione ad ‘intuitu personae’. Un’abitudine antica, cominciata già quando ancora vi era ampia possibilità di assumere personale con l’unica forma che la Costituzione Italiana prevede ovvero i concorsi pubblici, procedura che i Padri costituenti hanno considerato l’unica strada di accesso alla Pubblica amministrazione”.
“Il centrosinistra lucano, invece – sottolinea Rosa – ha scelto la politica dei ‘precari Istituzionali’ inventando con enorme fantasia categorie e sottocategorie ed utilizzando tutte le possibilità che la legislazione prevede per creare un vero esercito di lavoratori a tempo, con le ovvie differenze di trattamento e di durata temporale che dipendono più dalla conoscenza “personale” che dalla conoscenza professionale. Mentre la Basilicata ed i suoi ‘notabili’ si sono dimostrati allergici ai concorsi, non sono mancate le occasioni per fare proclami, dichiarazioni, lanciar strali contro la piaga del precariato e le sue implicazioni sociali ed umane per chi vive con l’assillo di un contratto che terminerà senza sapere cosa gli riserva il futuro. Tra l’altro, si è stati capaci di creare la categoria dei ‘super precari’ ben retribuiti e, in effetti, stabili da anni e quella degli ‘stentati’ meno remunerati e meno tutelati. Una scelta precisa e razionale del centrosinistra lucano che nel suo cinismo, preferisce mantenere il controllo sociale facendo dipendere migliaia di persone da decisioni autarchiche di un rinnovo, con la precisa ‘strategia’ che il sostentamento quotidiano debba dipendere sempre da una firma del ‘potere’. Mentre nelle piazze, l’ultima occasione è stata quella offerta dalla ricorrenza del 1 maggio – conclude Rosa – non perdono l’occasione per gridare che sono in favore dei giovani lucani, contro tutte le forme di sfruttamento. Nella realtà i fatti dimostrano che le cose stanno diversamente”.