“L’apporto significativo dei cittadini lucani nella raccolta delle firme, un segnale inequivocabile della volontà popolare in difesa della titolarità pubblica nella gestione dell’acqua”
“La raccolta di ben 15.500 firme di cittadini lucani da parte del comitato promotore referendum per l’acqua a sostegno della richiesta di tre referendum abrogativi in materia di gestione dei servizi idrici, rappresenta da una parte, un segnale inequivocabile della volontà popolare in difesa della titolarità pubblica nella gestione del’acqua e dall’altra, un segnale di una straordinaria partecipazione democratica per quella che si profila come una scelta fondamentale per il futuro delle nostre comunità”. E’ il commento del presidente del gruppo Sel (Sinistra Ecologia e Libertà) al Consiglio regionale, Giannino Romaniello il quale sottolinea “l’apporto significativo e generoso dei militanti di Sel attraverso i banchetti per la raccolta delle firme realizzati in numerosi centri della regione”.
Nell’aderire alla proposta del comitato promotore di un provvedimento normativo che disponga la moratoria (fino all’avvenuto voto referendario) su tutti i procedimenti attuativi previsti dalle norme vigenti in materia di affidamento della gestione dei servizi idrici, Romaniello evidenzia che “il ddl approvato dalla Giunta regionale pugliese, fortemente voluto da Nicki Vendola, che punta a regolare il governo e la gestione del servizio idrico integrato e a costituire l'azienda pubblica regionale 'Acquedotto pugliese' (Aqp) è sicuramente un’iniziativa a cui dare seguito anche da parte della Regione Basilicata. Un disegno di legge, dunque, funzionale alla garanzia del diritto fondamentale dell’acqua potabile e della configurazione del servizio idrico integrato come privo di rilevanza economica, affidato ad un organismo di diritto pubblico sottratto alle regole della concorrenza”.
“In particolare – ricorda Romaniello – la configurazione legislativo-amministrativa dell'Aqp è di società per azioni a totale partecipazione pubblica; l'attuale assetto proprietario è ripartito tra la Regione Puglia, 87 per cento circa, e Regione Basilicata, 13 per cento circa, anche se allo stato, con propria deliberazione la Giunta regionale della Puglia, prendendo atto della valutazione della Società Ernst & Young, si è impegnata ad acquisire le azioni detenute dalla Regione Basilicata, non appena saranno reperite le somme necessarie, pari a 12.200.000 euro”.
Secondo il capogruppo Sel, inoltre, "si pone l'esigenza di riprendere il confronto tra i Governatori De Filippo e Vendola che ha portato due anni fa alla firma di un'intesa in modo da condizionare politicamente il Governo ad operare lo scioglimento dell’Eipli”. “L'Ente irrigazione – continua Romaniello – è il simbolo di una lunga stagione in cui lo Stato ha svolto compiti che oggi spettano alle Regioni che, nel caso attuale, possono svolgerlo con profitto. L'Eipli ha accumulato negli anni debiti per circa 120 milioni di euro, ha visto succedersi numerosi commissari e sub-commissari, soprattutto di nomina politica di centrodestra, ha creato problemi nelle relazioni sindacali con i ben noti ritardi nel pagamento dei salari ai lavoratori addetti agli impianti e soprattutto ha dimostrato la totale incapacità ad affrontare i problemi irrigui delle aziende agricole lucane e pugliesi”.
“Dall'esperienza di cooperazione politico-istituzionale dei Governi di Basilicata e Puglia invece – sottolinea il capogruppo Sel – viene la testimonianza che le Regioni sono in grado di gestire gli impianti e di progettare la captazione dell'acqua, nell'ambito di un rapporto di strategia solidale che segna un esempio importante nel Mezzogiorno e ancora più rilevante politicamente nell'attuale fase di federalismo, segnata da accentramento statalista e da divisione sempre più marcata tra Nord e Sud del Paese. Si tratta, pertanto, di riprendere la proposta di un ‘Patto del Sud per l'acqua e la manutenzione del territorio’".