Come si passa dalla conoscenza genera all’innovazione? Quali sono i modelli di trasferimento tecnologico più efficaci per favorire lo sviluppo del territorio? Come ottimizzare il complesso sistema di rapporti fra mondo della ricerca e tessuto imprenditoriale? A queste domande ha tentato di dare una risposta l’incontro organizzato da Basilicata Innovazione, in occasione della “Settimana internazionale della ricerca”.
“La combinazione vincente è il mix tra innovazione e nuova imprenditorialità – afferma Andrea Tracogna, Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università degli Studi di Trieste e Vice Direttore di MIB School of Management – È necessario che una nuova generazione di imprenditori si aggiunga a quella attuale, una generazioni che porti avanti idee e progettualità d’impresa più consone ai nostri tempi e all’evoluzione futura. L’innovazione non può inoltre prescindere dalla formazione, non solo degli imprenditori esistenti e di quelli del futuro, ma anche degli scienziati, che hanno spesso le competenze ed idee vincenti, ma non la formazione tecnica per tradurle in business.”
L’incontro ha visto inoltre la partecipazione di Maria Cristina Nicoli, ordinario di Scienze e Tecnologie Alimentari presso l’Università degli Studi di Udine e di Mariacarmela Passarelli e Michele Petrone, impegnati nelle attività di valorizzazione della ricerca all’interno di Basilicata Innovazione, che hanno illustrato come il servizio di trasferimento tecnologico possa apportare un prezioso contributo alle performance delle PMI e allo sviluppo territoriale.
Attraverso il dibattito sui modelli di trasferimento tecnologico, è emerso come la capacità di sviluppare processi di “contaminazione” tra le idee del mondo della ricerca e le esigenze delle PMI sia fondamentale per avviare percorsi di innovazione di prodotto e di processo. Si è inoltre compreso come tale contaminazione sia vantaggiosa non solo per le PMI, che possono usufruire di competenze e conoscenze presenti nel mondo della ricerca, ma anche per le Università e gli Enti di ricerca che, in questo modo, possono valorizzare al meglio il loro patrimonio di eccellenza.
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