“Così si cerca di mettere un freno alla fuga dei cervelli che sta spopolando molte piccole realtà lucane e si da l’input per nuove attività imprenditoriali che fungano da collante tra i giovani ed il territorio”
“La previsione del cosiddetto “Reddito ponte”, prima esperienza del genere in Italia, è una misura a sostegno dei giovani lucani, compresi fra i 18 e i 35 anni, diplomati o laureati, che non svolgono attività lavorativa. Una misura che non vuole essere un semplice sostegno economico, ma un programma che mira a creare occupazione stabile per far fronte all’impietoso spopolamento della regione, alla fuga di tanti giovani altamente scolarizzati e professionalizzati che non trovano opportunità di lavoro e di sviluppo personale in Basilicata”. E’ quanto afferma Alessandro Singetta, consigliere regionale di Alleanza per l’Italia, il quale ritiene il provvedimento “un primo segnale concreto di attenzione del governo regionale nei confronti delle problematiche giovanili, esemplificativa della volontà di favorire l’inserimento lavorativo attraverso un programma che prevede, alla fine del periodo di tirocinio, la possibilità per l’impresa (che deve avere sede in Basilicata) di assumere il tirocinante”.
“In un periodo delicato sotto il profilo occupazionale, caratterizzato dall’incertezza del futuro, il ‘Reddito ponte’ potrebbe davvero rappresentare uno stimolo per i nostri giovani a rimanere in Basilicata. Indubbiamente – conclude Singetta – c’è ancora molto da fare, sia a livello di infrastrutture, sia di presenza, a livello territoriale, di servizi di alta qualità (soprattutto per quanto riguarda l’università che vive un periodo di profonda crisi e stenta a decollare). Ritengo, tuttavia – conclude Singetta – che ogni buona pratica di incentivazione a rimanere, a frenare la disastrosa ‘fuga dei cervelli’ vada apprezzata, cercando di utilizzarla al meglio, onde evitare di scivolare nella troppo comune prassi dell’assistenzialismo fine a se stesso”.