PROVINCIA POTENZA, SACCO SU ALDO MORO E PEPPINO IMPASTATO

In occasione del “Giorno della memoria” delle vittime del terrorismo e delle stragi, il presidente del Consiglio provinciale di Potenza Palmiro Sacco ricorda le figure di Aldo Moro e Peppino Impastato, assassinati il 9 maggio del 1978, l’uno a Roma dalle Brigate Rosse, l’altro in Sicilia dalla mafia.

“Quella di Aldo Moro è forse la morte più emblematica di una stagione di buio e terrore. Una morte vissuta e ricordata come un dramma collettivo per l’intero Paese. L’uomo del dialogo e della mediazione – afferma Sacco – l’uomo che aveva fatto dello spirito di sacrificio, del profondo attaccamento allo Stato, del senso del dovere e del darsi completamente alle istituzioni per il bene comune, le linee guida della sua vita da uomo e politico, paradossalmente venne rapito e ucciso proprio a causa di questi ideali”.

Eppure, a distanza di 32 anni dalla morte, la figura di Moro è oggi più attuale che mai. “Moro era uomo coraggioso e orgoglioso del suo essere cattolico osservante e praticante. La fede in Dio si rispecchiava nella sua vita politica – continua il presidente – nei suoi discorsi, nel tentativo di conciliare l'aspirazione cristiana e popolare della Dc, di cui era presidente, con i valori di tendenza laica e liberale della società italiana. Un uomo che oggi, in un Paese dilaniato dalle divisioni e dalle sterili polemiche, resta un faro importante e un esempio per tutti”.

In questa giornata, si ricorda anche l'uccisione di Peppino Impastato, politico, attivista e conduttore radiofonico, famoso per le sue denunce contro la mafia in Sicilia, che gli costarono la vita. “La sua morte, avvenuta in piena notte – dice ancora Sacco – riuscì a passare quasi inosservata la mattina seguente poiché proprio in quelle ore veniva “restituito” il corpo del presidente della Dc Aldo Moro, in via Caetani, a Roma. Come se non bastasse, ci vollero 23 anni perché Peppino Impastato diventasse, con bollo di giustizia, un morto di mafia. Eppure, l’importanza etica e civile del messaggio di Impastato rappresentano una indiscutibile testimonianza di impegno politico non violento, ispirato dagli ideali di verità, legalità e giustizia sociale”.

Secondo il presidente, “questi ideali legano, con un sottile filo rosso, le vite di Moro e Impastato, uniti da una morte tragica, avvenuta nello stesso giorno. Due uomini che oggi non devono essere solo esempi di vita – conclude Sacco – ma le cui battaglie devono rappresentare una guida per l’agire di tutti. A loro, agli uomini della scorta di Moro e a tutti quelli che sono caduti per mano della mafia e del terrorismo, va il pensiero mio e dell’intero Consiglio provinciale”.

BAS 05

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