"Gli operai e le operaie della Fiat Mirafiori di Torino hanno prodotto un atto di resistenza e dignità per nulla scontato, che lascia aperto uno spazio di lotta contro un modello aziendale neo-servile e contro le politiche economiche di un governo che si è fatto garante di un attacco senza precedenti ai diritti del mondo del lavoro. Ma c'è di più: il modello Marchionne ha l'ambizione di diventare il paradigma generale della gestione della crisi da parte dei poteri forti economici e finanziari". Lo afferma, in un comunicato stampa, il segretario regionale del Prc, Italo Di Sabato.
"In questa offensiva, emergono due questioni decisive: da una parte, la volontà di comando assoluto dell'impresa e la cancellazione dei diritti collettivi sfumano i confini e le differenze tra lavoro garantito e precario; dall'altra, si fa sempre più pesante il tentativo di risolvere dal punto di vista “padronale” la sfida delle nuove forme del lavoro, in continua oscillazione tra tempo di vita e di produzione, tra processi di formazione e attività lavorativa riconosciuta, tra valorizzazione informale e formalizzazione contrattuale.
Allo stesso tempo, credo che la lotta dei metalmeccanici – aggiunge Di Sabato – si inserisce in uno spazio comune di azione che vede insieme studenti, precari, disoccupati, lavoratori colpiti dalla crisi, ma anche cittadini e cittadine che si battono per la difesa dei beni comuni e del territorio. Uno spazio pubblico e comune che, a partire dalla difesa dei diritti riconosciuti dalla Costituzione e dal modello nazionale di “Stato sociale”, si muove verso una nuova frontiera di garanzie, per un nuovo welfare universale, per un nuovo patto sociale all'altezza dei processi di globalizzazione.
In un sistema produttivo sempre più a rete e in stretto rapporto con il territorio, crediamo sia importante immaginare forme di sciopero in grado di incidere sui meccanismi di valorizzazione, legati alla mobilità e alla circolazione delle merci.
Per queste ragioni Rifondazione Comunista della Basilicata rivolge un appello agli studenti, ai precari, ai migranti, ai comitati per i beni comuni, a tutti i movimenti per costruire, insieme alla Fiom, percorsi territoriali di sostegno e generalizzazione dello sciopero del 28 gennaio".
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