Voler bene l’Italia: Cia rilancia la “carta di Matera”

La partecipazione e la presenza della Cia a Genzano a “Voler bene all’Italia” segna la continuità di un naturale impegno degli agricoltori, a fianco dei piccoli Comuni, a sostegno di nuovo modello di sviluppo locale basato sulle risorse territoriali, agricole, alimentari tipiche e paesaggistiche. A sostenerlo è il presidente regionale della Cia lucana Donato Distefano ricordando che meno di un anno fa i Sindaci della Comunità Locale Alto Basento – Camastra – Alto Bradano (che hanno costituito successivamente l’Area Programma) hanno sottoscritto la "Carta di Matera".
La firma di quegli amministratori locali – sottolinea la Cia – ha portato ad oltre un centinaio le adesioni dei Comuni lucani al documento che punta a rafforzare collaborazione, intese e progettualità. Di rilievo il protagonismo delle Aree Programma destinate ad ereditare funzioni e compiti appartenute alle disciolte Comunità Montane e quindi interlocutori istituzionali particolarmente attenti ai processi di programmazione rurale. E’ questa – sottolinea la CIA – una risposta ai disegni del Governo di annullare le piccole comunità locali attraverso la soppressione dei Comuni che invece sono fondamentali per la salvaguardia di prodotti tipici e di qualità, di un patrimonio culturale e rurale, di identità popolari.
Per noi inoltre – sottolinea Distefano – si rafforza il compito che ci siamo dati di “Sindacato agricolo del territorio”, e che ha raggiunto i primi risultati, con gli obiettivi – evidenzia – di “ favorire una rinnovata competitività economica e produttiva in agricoltura facendo diventare le imprese leva e strumento dei processi economici e di sviluppo locale. La strategia è sintetizzabile nel sostegno della centralità di tre fattori determinanti: impresa, prodotto e territorio.
L’obiettivo del nostro progetto economico che proietta la Basilicata nel nuovo contesto del Mezzogiorno e del Mediterraneo – ha affermato il presidente lucano della Cia – è quello di fornire al sistema Basilicata uno strumento in grado di poter capitalizzare tutte le opportunità e le grandi risorse di cui la regione dispone e su cui imperniare e sostenere un sistema produttivo capace di innovare e posizionare, in forma moderna e avanzata, il concetto di sviluppo rurale, la qualità e la sostenibilità dei contesti produttivi e su questi riannodare i fili di un moderno sistema agroalimentare-rurale lucano e, quindi, nuovo modello sviluppo locale diffuso e sostenibile Dobbiamo essere consapevoli –ha concluso Distefano- che ripensare il modello agro-alimentare nella nostra regione significa anche ripensare ad un nuovo modello di crescita, di sviluppo oltre che di programmazione. Perciò se si parlasse un po’ meno di petrolio e un po’ di più di agricoltura eviteremmo che un grande patrimonio, qual è quello agricolo e rurale si frammenti ulteriormente. Le conseguenze sarebbero devastanti non solo per il settore, ma anche per l’intera economia”.
bas 03

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