“La sanità privata partecipi alle sfide del risanamento, della sostenibilità e della modernità del sistema sanitario”
“Riceviamo – riferisce Viti – come è accaduto a tutti i presidenti dei gruppi consiliari e rilevo dai quotidiani, per una innovazione che modernizza gli scenari della comunicazione regionale tra categorie e Governo, una lunga e argomentata dissertazione sulla crisi della sanità che vorrebbe essere insieme ‘sobria e netta’, ma che alla fine si rivela un ossimoro, sia per i toni che per gli argomenti. Consideriamo tuttavia – aggiunge Viti – non solo utile l’interlocuzione che il cosiddetto ‘Comitato di crisi della sanità privata’ apre con l’Assessore regionale alla Sanità, ma l’occasione per chiedere che vengano rese davvero esplicite, più di quanto non si intraveda dalla lettura, le ragioni del dissenso anche per trarne il massimo costrutto possibile. Chiederci quali siano le vere ragioni della protesta, aiuta a comprendere se esse si propongano davvero la tutela degli interessi dei cittadini e se siano perciò capaci di levarsi di una spanna sopra la pur legittima tutela degli interessi che sono in campo. Per il vero – prosegue Viti – ci saremmo attesi che venisse anche dal settore della sanità privata un qualche apprezzamento per le misure adottate dal Governo regionale, finalizzate al contenimento della spesa, alle nuove modalità prescrittive dei farmaci, al coraggio assunto da Governo e Consiglio regionali nell’eliminazione delle attività per acuti negli ospedali che non sono sede di pronto soccorso e agli accorpamenti delle strutture con meno di 15 posti letto: operazioni che sono il cuore di un vero processo di risanamento”.
“Era perciò inevitabile – sostiene il capogruppo Pd – che, in un quadro che pretende la riconsiderazione di tutti i fattori che concorrono alla spesa, si ponesse mano anche alla revisione dei rapporti con la Sanità privata.Ciascun attore del sistema, infatti, pubblico o privato, viene chiamato, in questo tempo, a costruire, condividendone le responsabilità e gli oneri, una sanità che risponda alla sempre più esigente domanda di efficienza, di qualità e di contenimento della spesa. In questo quadro era ben evidente che, remunerare prestazioni ai privati per attività non dovute dal sistema sanitario pubblico e riconsiderare le tariffe delle prestazioni di laboratorio, sollevasse le reazioni che osserviamo. Aver tuttavia eliminato alcuni trattamenti che possono essere considerati alla stregua di rendite, quali l’arrotondamento dei pagamenti all’euro superiore (con un incremento delle tariffe anche al 100 per cento) piuttosto che indurre le sigle della sanità privata alla tensione sociale che registriamo, avrebbe preteso che esse condividessero obiettivi che dovrebbero essere considerati prioritari quali il sostegno alla condizione delle famiglie, i ticket calibrati su realistici modelli di equità sociale, e la lotta agli sprechi. L’auspicio ora è che si sappia ritrovare il costrutto di un dialogo, cui il Governo regionale non si è mai sottratto, che innovi i termini tradizionali del confronto e che chiami tutti gli attori a gesti di responsabilità e di consapevolezza in un tempo che reclama coraggio e partecipazione al processo di risalita dal fondo di una crisi così drammatica e lacerante”.