Violenza sulle donne, progetto Associazione Donn@ Basilicata

Alla presentazione del progetto hanno partecipato anche la presidente della Crpo, Angela Blasi, e la presidente del Corecom, Giuditta Lamorte

L&rsquo;Associazione Internazionale Donn@ Basilicata ha presentato, questa mattina, il progetto &ldquo;Non ti Amo da Morire&hellip; Violenza sulle donne &ndash; linguaggio e comunicazione&rdquo; presso l&rsquo;Auditorium dell&rsquo;Istituto di Istruzione Superiore Bernalda &ndash; Ferrandina.<br /><br />L&rsquo;incontro – dibattito, svoltosi alla presenza dei ragazzi del triennio superiore e realizzato dall&rsquo;Associazione Internazionale Donn@ Basilicata, con sede a Bernalda, ha visto la partecipazione del dirigente scolastico dell&rsquo;IIS Bernalda &ndash; Ferrandina, Giosu&egrave; Ferruzzi, del sindaco di Bernalda, Domenico Tataranno, dell&rsquo;ispettore Polpost Basilicata, Filippo Squicciarini, della presidente della Commissione regionale Pari Opportunit&agrave; della Basilicata, Angela Blasi, della presidente del Corecom Basilicata, Giuditta Lamorte, della responsabile Amnesty International Matera, Anna Elena Viggiano, della psicologa, Mariarosaria Colangelo.<br /><br />L&rsquo;incontro &egrave; stato moderato dalla docente dell&rsquo;IIS Bernalda &ndash; Ferrandina, Paola Distasi.<br /><br />&ldquo;Scopo dell&rsquo;incontro – ha dichiarato la professoressa Distasi – &egrave; stato quello di realizzare un momento formativo e, non solo, di sensibilizzazione verso una delle pi&ugrave; grandi piaghe sociali&nbsp; – la violenza contro donne – e la scuola &egrave; sicuramente il primo luogo su cui investire per una ridefinizione delle relazioni di genere&rdquo;.<br /><br />La presidente della Crpo, Angela Blasi, ha sottolineato che&nbsp;&ldquo;il mese di novembre &egrave; un mese ricco di iniziative ed appuntamenti utili per dire no alla violenza, ma che servono, soprattutto, a smuovere le coscienze ed a percepire il fenomeno della violenza non come un&#39;emergenza, ma come conseguenza di una forma mentis sbagliata che ci porta a credere che una persona possa valere meno di un&#39;altra. E&rsquo; necessario prevenire il fenomeno &ndash; ha proseguito Angela Blasi – e scegliere di iniziare a farlo nelle scuole. Le ragazze ed i ragazzi devono confrontarsi e capire quanto la violenza possa essere subdola. Le ragazze ed i ragazzi devono scegliere di vivere una vita migliore senza violenza. Oggi abbiamo raccontato quello che le Istituzioni fanno e possono fare per combattere la violenza e quanto sia importante collaborare con la societ&agrave; ed educarla al rispetto dei diritti di tutte e di tutti. La Crpo &ndash; ha concluso – &egrave; profondamente convinta che per andare nella giusta direzione &egrave; necessario dialogare con la scuola, coinvolgerla attivamente nella battaglia contro la violenza ed incitarla a trasmettere il valore della differenza&rdquo;.<br /><br />Per Anna Elena Viggiano, responsabile Amnesty International Matera &ldquo;la violenza sulle donne non deve pi&ugrave; essere solo un atto di sensibilizzazione, ma di educazione, formazione ed azione, ogni giorno e con pene pi&ugrave; severe, nel rispetto dell&rsquo;articolo 1 della &lsquo;Dichiarazione universale dei diritti umani&rsquo; che ci definisce liberi ed eguali in dignit&agrave; e diritti. Ma, purtroppo, le donne &ndash; ha sottolineato Anna Elena Viggiano – continuano ad essere le pi&ugrave; colpite da povert&agrave;, violenza, degrado ambientale e malattie. Continuano ad essere vittime nei conflitti armati e a subire restrizioni alla loro libert&agrave; e autonomia. La voce delle donne deve essere ascoltata. Il loro contributo deve essere riconosciuto e incoraggiato. Negli ultimi anni sono stati fatti molti passi avanti nel comprendere che i diritti delle donne sono diritti umani, ma molti rapporti pubblicati&nbsp; evidenziano come gli Stati abbiano fallito nel tutelarli. Nonostante i progressi nella comprensione e gli sviluppi nel diritto internazionale, le vite di molte donne sono migliorate solo di poco: gli Stati e le organizzazioni internazionali &ndash; ha evidenziato la responsabile di Amnesty International – devono lavorare pi&ugrave; duramente per difendere i loro diritti nella pratica, con una forte volont&agrave; politica volta ad assicurare l&rsquo;uguaglianza&rdquo;.<br /><br />&ldquo;La facilit&agrave; di accesso ai nuovi mezzi di comunicazione &ndash; a parere dell&rsquo;ispettore Filippo Squicciarini &ndash; ha reso pi&ugrave; facile delinquere e commettere reati contenenti violenza verbale, quali la diffamazione, l&rsquo;ingiuria o lo stalking&rdquo;.<br /><br />La presidente del Corecon Basilicata, Giuditta Lamorte, ha&nbsp;fatto&nbsp;rilevare&nbsp;che&nbsp;&ldquo;&egrave; violenza qualsiasi azione compiuta per motivi di genere che provochi o possa provocare danno, non solo fisico o sessuale, ma anche psicologico. C&rsquo;&egrave; una forma subdola di violenza quella sottile e impercettibile &ndash; ha specificato la Presidente del Corecom – che passa attraverso i media, nei programmi di informazione o attraverso le pubblicit&agrave;, quella violenza veicolata dalla comunicazione. La comunicazione, sia essa sui media tradizionali, o sui nuovi media, confeziona e propone stereotipi di genere che si diffondono come modelli identitari e valoriali. Gli stereotipi &ndash; ha rimarcato Giuditta Lamorte – offrono una rappresentazione della donna non sempre corretta e costruiscono uno schema mentale della realt&agrave;, influenzando i comportamenti e le relazioni. Alta deve essere, altres&igrave;, l&rsquo;attenzione alle social mode e al mondo del web che diffonde, senza filtro, modelli femminili utopici, non veritieri e dannosi, modelli che vengono velocemente irradiati dall&rsquo;effetto emulazione che fa perno soprattutto sulle nuove generazioni&rdquo;.<br />

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