La Consigliera regionale di Parità ha illustrato la Campagna “Voce alla Convenzione di Istanbul 2013” contro la violenza nei confronti delle donne, con la consapevolezza che “la conoscenza dei fenomeni spinge alla denunce, incentiva l’autodeterminazione e promuove la responsabilità sociale in ogni individuo”
“I dati resi noti dal Ministero dell’Interno confermano che il femminicidio e lo stalking rimangono grossi e drammatici problemi rispetto ai quali le istituzioni non possono rimanere indifferenti e in silenzio. E’ per questo motivo che abbiamo inteso organizzare una serie di iniziative su tutto il territorio regionale, per dare voce ai principi della Convenzione di Istanbul e per contrastare ogni forma di violenza nei confronti delle donne, con la consapevolezza che la conoscenza dei fenomeni spinge alla denuncia, incentiva l’autodeterminazione e promuove la responsabilità sociale in ogni individuo”.
Così la Consigliera regionale di Parità della Basilicata, Maria Anna Fanelli, ha spiegato i motivi alla base della Campagna “Voce alla Convenzione di Istanbul”, illustrata questa mattina in conferenza stampa.
“La Campagna che va da agosto a dicembre 2013 – ha detto la Consigliera – intreccia il tema delle discriminazioni e del femminicidio partendo dal termine ‘femicide’ diffuso nel 1992 per la prima volta da Diana Russell che, attraverso l’utilizzo di questa nuova categoria criminologica, individua la causa principale degli omicidi nei confronti delle donne in quella ‘violenza estrema da parte dell’uomo contro la donna perché donna’. Infatti se le donne sono ‘solo’ il 30 per cento delle vittime dei 505 omicidi commessi in Italia tra il 1 agosto 2012 e il 31 luglio 2013, salgono all’83 per cento (45) quando si considerano i delitti commessi dal partner e addirittura al 100 per cento (20) nel caso in cui l’assassino sia l’ex. Tuttavia – ha aggiunto la Fanelli – i dati statistici delle uccisioni costituiscono solo la punta emergente del fenomeno e non meno grave ed importante è quella cultura desueta e patriarcale in cui la violenza matura. Per cui è necessario un nuovo approccio culturale, accanto ad una significativa e rapida repressione dei reati anche attraverso una specifica legge nazionale sul femminicidio. L’avvocata esperta di femminicidio Barbara Spinelli, ha evidenziato come la violenza rivolta contro la donna, è espressione di un problema strutturale che riguarda tutte le forme di violenza e quindi non solo quelle che sfociano nell’omicidio, ma anche ogni forma di discriminazione di genere che sia in grado di annullare la donna nella sua identità e libertà, o di ostacolarne il godimento dei diritti fondamentali in ogni ambito sociale, economico, lavorativo, politico, perché donna”.
“Su queste considerazioni e su questi temi – ha concluso la Consigliera di Parità – si snoderanno i punti principali della Campagna che parte dalla Convenzione di Istanbul per promuovere e tutelare il diritto di tutti gli individui di vivere liberi dalla violenza, sia nella vita pubblica che privata, per condannare ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne e per invitare ad adottare senza indugio le misure legislative e di altro tipo necessarie per prevenirla”.
zac