La presidente Perretti ha esplicitato le iniziative che partiranno sul tema. Oltre alle dimissioni di Leone, chiesto una seduta straordinaria del Consiglio regionale e che una pdl del Pd in materia di parità di genere riprenda il cammino
“Non esistiamo solo per celebrare la giornata dell’8 marzo né intendiamo con le nostre iniziative allontanare le energie di questa Regione da argomenti importanti e vitali per la Basilicata. Il nostro intento è avviare una profonda riflessione e mettere in campo iniziative volte non solo a stigmatizzare e contrastare le varie forme di violenza ma anche a contribuire al cambiamento culturale e sociale in ogni ambito, a partire da quello istituzionale”. Così la presidente della Commissione regionale Pari Opportunità, Margherita Perrretti, in apertura della conferenza stampa tenutasi stamane presso la sala B del Consiglio regionale della Basilicata, convocata per discutere dell’episodio che si è verificato, nei giorni scorsi, nell’Aula consiliare, durante le operazioni di voto del nuovo Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, quando il consigliere Leone ha pronunciato una frase sessista nei confronti dell’assessora Merra.
Parlando a nome di tutte le commissarie la Perretti ha ribadito che “Quella vergognosa frase pronunciata dal consigliere regionale Rocco Leone, già assessore alla Sanità dell’attuale Giunta regionale e, in quanto tale Presidente dell’Osservatorio Regionale sulla violenza di genere e sui minori, rappresenta una grave offesa per la dignità delle donne, l’immagine dell’Istituzione Regione e di tutta la Basilicata. La violenza contro le donne è alimentata da una cultura sessista e misogina nella quale doppi sensi, sghignazzamenti, commenti pesanti, espressioni offensive e umilianti per le donne, purtroppo, sono una realtà con cui le donne si trovano a dover fare i conti. Come Commissione Regionale Pari Opportunità, organismo di garanzia del Consiglio regionale e rappresentativo, nella sua composizione, di associazioni, organizzazioni datoriali, sindacati e partiti, riteniamo doveroso avviare una profonda riflessione. A tal fine, oltre alle azioni sui territori attraverso la sensibilizzazione degli enti locali e al contatto diretto con le donne, convocheremo nelle prossime settimane una seduta dedicata della Commissione in cui saranno invitate a partecipare l’Onorevole Giorgia Meloni, l’Assessora Donatella Merra e il difensore Civico Antonia Fiordelisi”. A tal riguardo la presidente Perretti ha ricordato l’episodio accaduto nel febbraio del 2021 che ha visto l’onorevole Meloni oggetto di insulti volgari e osceni da parte di Giovanni Gozzini, docente di storia contemporanea dell’Università di Siena, immediatamente sospeso e sottoposto a procedimento disciplinare. “Netta e dura – ha sottolineato – fu la posizione della nostra CRPO allora esplicitata con un comunicato stampa. La leader di Fratelli d’Italia è, quindi, perfettamente consapevole di come nel nostro Paese spesso le donne siano scoraggiate dall’avere un loro protagonismo, soprattutto in politica”.
“Abbiamo, inoltre, inviato – ha reso noto la Presidente della Crpo – una formale richiesta al Presidente Cicala, chiedendo di convocare in tempi rapidi una seduta straordinaria del Consiglio regionale a cui sia invitata a partecipare la Commissione, per avviare un dibattito su questa vicenda che toccano l’etica e la dignità della politica e dei suoi attori. Richiesta che non è stata accolta in quanto lo Statuto non contempla la possibilità di sedute congiunte, nemmeno con altri organismi consiliari. Abbiamo invece ricevuto la piena disponibilità ad un incontro con l’Ufficio della Presidenza del Consiglio per avviare un dibattito ed iniziative che tengano alta l’attenzione sul tema. L’esempio che la classe politica dovrebbe e può dare, soprattutto ai giovani, è per noi un punto di partenza importante nel percorso di crescita sociale e culturale di un territorio”.
“Ben consapevoli di quanto previsto dallo Statuto regionale – ha ancora affermato la Perretti – la nostra richiesta era finalizzata ad evidenziare la necessità di una riflessione pubblica ed istituzionale proprio nella sede in cui l’offesa all’Assessora si era consumata. Riflessione che, riteniamo, sarebbe dovuta avvenire nell’immediato dell’accaduto, e introdotta dai consiglieri presenti in Aula. Il nostro auspicio come Commissione, quindi, è che il Presidente della Regione o cinque consiglieri regionali vogliano richiedere la convocazione di un Consiglio straordinario sul tema con l’audizione delle componenti della CRPO, che si riprenda il cammino della pdl presentata un po’ di tempo fa dai consiglieri del Pd in tema di parità di genere per giungere quanto prima ad una legge regionale e che torni a riunirsi l’Osservatorio Regionale sulla violenza di genere e sui minori.
In assenza di convocazione di una seduta consiliare dedicata al tema della discriminazione, la Commissione si dice pronta ad essere presente negli spazi dedicati al pubblico, attraverso una staffetta, alle sedute dei prossimi Consigli regionali. “Un passo necessario – è stato sottolineato – per rimuovere quell’immagine retrograda e sessista che sulla stampa nazionale sta assumendo la nostra regione a causa di questo ed altri episodi accaduti in passato. Per quanto concerne l’auto sospensione del consigliere Leone vogliamo evidenziare come questa non sia prevista dal regolamento del Consiglio regionale che, invece, prevede che i provvedimenti di censura debbano essere deliberati dal Consiglio. Riteniamo, quindi, che l’iniziativa del consigliere Leone non abbia alcuna valenza e continuiamo a richiedere che il Presidente e l’ufficio di Presidenza valutino come ingiurioso ed offensivo il comportamento del consigliere Leone, rivolto nel corso dei lavori del Consiglio regionale nei confronti dell’Assessora Merra, pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni”.
“È evidente che – ha concluso Perretti – richiamandoci al rispetto della dignità delle donne e delle Istituzioni, la sintesi migliore di questa vicenda sarebbe la richiesta di dimissioni al consigliere Leone da parte del suo stesso partito, quelle stesse dimissioni che Fratelli d’Italia chiese ed ottenne per Gozzini all’epoca delle offese all’Onorevole Meloni, appellandosi all’esemplarità per le giovani generazioni”.