Il consigliere del Pdl in una lettera ai direttori delle testate giornalistiche lucane considera la Basilicata “una regione paralizzata, incapace, in recessione da oltre due anni con prospettive di ulteriore arretramento”
Il consigliere regionale del Pdl, Mario Venezia in una lettera inviata ai Direttori delle testate giornalistiche lucane esprime il suo disappunto sulla condizione in cui versa l’economia lucana facendo riferimento alle notizie degli ultimi giorni circa “lo stato di agitazione dei dipendenti Alsia, il malessere profondo dei Consorzi di Bonifica, l'attesa senza speranza degli agricoltori biologici del risveglio dell'Arbea, la costante chiusura degli insediamenti industriali, delle aziende agricole, la progressiva impennata della percentuale di disoccupati ed inoccupati lucani, l'aumento del 34 per cento delle ore di cassa integrazione in un solo mese, l'impoverimento dei nostri ospedali con liste di attesa lunghissime e da terzo mondo, l'inquinamento atmosferico, quello dei fiumi e delle falde acquifere, le discariche al collasso come quella di Colobraro oramai prossima alla chiusura, il de profundis dell'artigianato e del commercio, i Comuni, praticamente al collasso, che attendono da tempo che la Regione si decida a trasferire i fondi loro assegnati”.
A parere del consigliere “la Basilicata è una regione paralizzata, attonita, impotente, incapace, in recessione da oltre due anni con prospettive di ulteriore arretramento”. “Cosa fare? – si domanda Venezia. Certamente non quello che tenta di fare, oggi, la Giunta regionale assolutamente incapace di intendere e di volere ma – aggiunge – occorre rimboccarsi le maniche ed iniziare a lavorare seriamente. I teatranti, sia politici che burocrati, devono andare immediatamente a casa ed impegnarsi in attività più consone alla loro indole. Il passo successivo è quello di adottare una sorta di commissariamento, politico non tecnico, del governo regionale, illustrare al popolo lucano quelle che sono le reali condizioni della regione e far capire che è il tempo della responsabilità regionale. Quindi convocare tutte le realtà produttive regionali e ripartire con la loro esperienza tenendo in debito conto tutto quello che la Storia ci insegna: ogni Stato, ogni nazione in crisi economica è riuscita a risalire solo dopo aver dato forte impulso all'agricoltura. Agricoltura, artigianato, turismo, possono essere, ed a mio avviso lo sono, la chiave di volta per la ripresa”.