Valbasento: Cgil “Bene confronto ma servono proposte concrete”

"La discussione franca e serrata che si è' aperta oggi sul futuro industriale della Val Basento è un fatto positivo, soprattutto per il metodo seguito oggi è speriamo anche domani. Gli approfondimenti devono continuare però soprattutto per giungere a proposte concrete e mirate, che rispondano ai bisogni di lavoro che emergono prepotentemente da migliaia di cittadini oggi allo stremo e cui rabbia e indignazione è ampiamente giustificabile. Per questo serve allora uno scatto in avanti: non mirabolanti promesse, ma impegni concreti, guardando a più scenari possibili".
Così dichiarano in una nota Alessandro Genovesi, Segretario Generale della Cgil Basilicata e Manuela Taratufolo, Segretario Generale della Cgil di Matera. 
"La re industrializzazione per la chimica verde – aggiungono – passa per l'impegno concreto di un grande player come Eni o Total, a cui la regione può offrire – a nostro parere – un sostegno in termini di indotto, con un contratto di sviluppo ad hoc rivolto alle Pmi in filiera. Ma questo interesse da parte di Eni c'è? Altrimenti si lavori su altre ipotesi, a partire dell'agroindustria, settore a cui si possono rivolgere i contratti di sviluppo anche guardando a medie e grandi imprese, che troverebbero già professionalità e un mercato delle forniture agricole di prim'ordine. E ancora serve una politica coordinata tra re industrializzazione, bonifiche e interventi su infrastrutture e logistica. Noi come Cgil – continuano GEnovesi e Taratufolo – avanziamo questa ed altre proposte, individuando strumenti già esistenti, risorse già individuate e una prospettiva che riteniamo credibile e realizzabile. Sia ora impegno della Regione, dopo l'avvio del tavolo, indicare realmente quali soggetti imprenditoriali sono realmente interessati, su quali settori (1-2, non dieci o venti) concentrare gli sforzi e – al contempo – accompagnare il tutto con la proroga, per i lavoratori della Val Basento come per tutti i lavoratori lucani, degli ammortizzatori sociali in deroga. Perché nell'attesa della re industrializzazione – concludono – con sforzo unanime di tutti, non ci si dimentichi di partire dai bisogni di quelli in maggiore difficoltà che, nel 2013, non possono essere lasciati soli".

bas 08

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