Vaccaro (Uil) su economia meridionale

“Le quattro manovre di finanza pubblica, dal 2010 al 2011, hanno avuto un impatto complessivo più pesante sul mezzogiorno, tanto che secondo le stime Svimez, realizzate su documenti del Governo ,compresa la spending review di luglio, l’effetto depressivo sul Pil, considerando tutto il 2012, sarà dello 0,8 per cento nelle regioni centro-settentrionali e del 2,1 per cento in quelle meridionali. E’ l’autorevole conferma di quella che il governatore De Filippo definisce l’impossibilità per una piccola regione di sganciarsi dalle dinamiche del ciclo macroeconomico generale”. E’ quanto sostiene il segretario regionale della Uil Carmine Vaccaro aggiungendo che a bloccare i flussi di denaro hanno contribuito in modo forte in particolare i tagli operati dal governo Berlusconi al Fondo per le aree sottoutilizzate . Per gli investimenti sempre la Svimez prevede un vero crollo ancora una volta su doppio binario: quello del Sud (-13,5 per cento) è oltre il doppio rispetto al resto d’Italia (-5,7 per cento)”.
Secondo Vaccaro questi dati negativi confermano che l’economia meridionale ha bisogno di una scossa e di un maggiore sostegno. Bisogna realizzare un vero e proprio piano di sviluppo e di crescita attraverso la riforma fiscale che non può essere più procrastinata. Invece di invitare le parti sociali a fare accordi sulla produttività sarebbe ora di intraprendere da parte del governo un piano di intervento per rilanciare gli investimenti, costruire nuova occupazione e ridare fiato alla domanda interna con aumenti salariali, anche attraverso una riduzione del carico fiscale per lavoratori e pensionati. Contemporaneamente avviare una programmazione economica e produttiva, per stabilire politiche attive che ridistribuiscano liquidità alle fasce più deboli della popolazione e attivino percorsi virtuosi di investimento nella ricerca e nelle infrastrutture, in grado di divenire volani di attività economiche potenzialmente utili ad una reale crescita. Proprio in tema fiscale – continua il segretario della Uil – sarebbe stato sicuramente più efficace e più mirato destinare le risorse utilizzate per diminuire la prima e la seconda aliquota Irpef, all’aumento delle detrazioni dei redditi da lavoro e da pensione. Più efficace perché avrebbe finalizzato l’intervento a una fascia di persone che in questi anni, più di altri, hanno pagato la crisi. Più mirata perché, se l’obiettivo è quello di promuovere la crescita, la strada più efficace per incentivare una ripresa dei consumi e quindi dell’attività produttiva è dare più risorse a decine di milioni di lavoratori dipendenti e pensionati”.

BAS 09

    Condividi l'articolo su: