“I conti non tornano. L’occupazione legata alle attività petrolifere in Basilicata non supera le 300 unità. Non va meglio nel complesso del Paese dove i dipendenti diretti sono tra i 25-30mila ed in maggioranza addetti a raffinerie e attività di trasporto. Solo nel Centro Oli di Viggiano la manodopera lucana, a malapena, supera il 40 per cento e nei due comprensori petroliferi della provincia di Potenza la media di lavoratori occupati a tempo indeterminato o con contratti a tempo determinato è decisamente insoddisfacente”. Lo afferma in un comunicato il segretario regionale della Uil Basilicata, Carmine Vaccaro.
“E’ evidente – prosegue – che l’inaugurazione ieri a Viggiano dell’Assoil School, in questo contesto, riaccende quella polemica mai spenta e che ruota intorno ad una “certezza”: il petrolio dà pochi posti di lavoro.
Una “certezza” proiettata anche nel futuro tenuto conto che, evidenziano i massimi esperti in idrocarburi, le fonti energetiche rinnovabili e la mobilità sostenibile produrranno entro il 2020 per il nostro Paese circa un milione di nuovi posti di lavoro, con una percentuale da prefisso telefonico per il petrolio.
Ed in questo è possibile individuare già una prima via d’uscita: il Distretto Energetico Lucano, da realizzare intorno ai giacimenti Val d’Agri e Tempa Rossa, non deve limitarsi agli idrocarburi. Tra dieci anni la domanda di energia in Italia sarà soddisfatta da un mix di fonti: per il 31% dal petrolio (contro il 39% attuale), per il 39% dal gas (contro il 37% attuale), per l’8% dal carbone (contro il 7% attuale), per il 18% dalle rinnovabili (contro il 12%) e per il 4% dalle importazioni (contro il 5% attuale). E in questo ci viene incontro il PIEAR e ci auguriamo il recente sblocco dei Parchi eolici.
“Sì” dunque alle energie 'verdi' che possono dare nuovi posti di lavoro tanto più che così come accade nel settore chimico, anche nel settore delle industrie del petrolio e del carbone sono relativamente poco numerose le assunzioni di figure destinate alla specifica funzione produttiva: mentre nel settore manifatturiero nel suo complesso il 68% delle assunzioni riguarda questa area funzionale, in questo settore la stessa quota si riduce al 45%. Questo dipende dal grande volume degli investimenti produttivi in impianti, in proporzione al personale necessario per gestirli. Più alte della media del settore industriale, invece, le assunzioni nell'area amministrativa, in quella dei trasporti e della logistica e nell'area commerciale.
E’ da tempo, in proposito, che la Uil sollecita dalle compagnie petrolifere e dalle società concessionarie di lavori di conoscere i programmi di attività per i prossimi anni, il piano delle professionalità occorrenti per lo sviluppo del progetto Tempa Rossa in modo da consentire, per tempo, la programmazione e l’avvio di corsi di formazione finalizzati alle figure professionali richieste. L'esperienza del passato con corsi di formazione per saldatori formati quando l'Eni aveva già completato i lavori non va assolutamente dimenticata.
Né ci consolano i dati forniti ieri dal Presidente Assomineria Politi sul rapporto tra lavoratori lucani e personale dell’industria petrolifera passato da uno a dieci, di 10 anni fa, a quattro a dieci negli ultimi anni.
Ci sono due facce di questa medaglia che attendiamo di guardare con attenzione: il Memorandum d’Intesa Regione-Governo; il positivo cambio di strategia del Governatore che nella cosiddetta Agenda di ottobre ha inserito la “strigliata” alle compagnie perché investano i profitti in attività produttive in Basilicata, in infrastrutture, sviluppo e occupazione, «altrimenti – ha minacciato – non saranno rilasciate altre autorizzazioni per nuovi pozzi estrattivi». Ed è proprio questa la strada da seguire: De Filippo avrà tutto il nostro sostegno nell’incalzare Eni, Total, società ad investire i profitti nel nostro territorio.
Quello che ci preoccupa di più, invece, è lo stato del Memorandum d’Intesa che è di fatto “impantanato” per la impossibilità del Ministro Tremonti a discutere gli aspetti finanziari. E’ evidente che chiusa la manovra finanziaria (o meglio le manovre finanziarie), ribadiamo senza il nostro consenso, bisognerà attrezzarsi per sbloccare la situazione”.
BAS 05