“Lo studio condotto dall’Isfol sul mercato del lavoro nel biennio 2008-2010 conferma le criticità di un’occupazione in cui i maggiori “perdenti” risultano essere soprattutto i giovani e quelle tipologie contrattuali, quale l’apprendistato, che potrebbero assicurare un futuro lavorativo stabile”. E’ il commento del segretario generale regionale della UIL Basilicata, Carmine Vaccaro, per il quale “con il Patto di Sistema Obiettivo Basilicata 2012 abbiamo individuato alcune misure per non lasciare soli, specie i ragazzi e le ragazze, ad affrontare l’emergenza precariato che sarà, anche per il nuovo anno, uno dei temi centrali della questione lavoro. E’ proprio la quota di apprendisti, pari all'1,4% dell’esercito di lavoratori atipici, secondo il dato Isfol, che – aggiunge – deve stimolarci a puntare di più sull'apprendistato, per assicurare tutele a tutti i giovani precari che ne sono privi, usare la leva degli incentivi per trasformare la condizione di precarieta' in lavoro stabile. Non va sottovalutato che sotto il profilo territoriale, nel Mezzogiorno si registrano performance peggiori sia nei passaggi da atipico a tipico sia nel rischio di scivolare verso la disoccupazione.
C’è bisogno dunque, ed è quello che stiamo facendo nel confronto in atto con il Ministro Fornero, di una rivisitazione dell’attuale sistema di accesso al lavoro, soprattutto per i giovani, che deve trovare le sue basi in “buoni” e “stabilizzanti” ingressi al lavoro, indirizzando coerentemente verso questi strumenti gli incentivi fiscali e previdenziali senza la quale diventa effimera non solo una crescita occupazionale, ma soprattutto un aumento dei posti di lavoro standard. Il lavoro non standard – continua Vaccaro – aumenta le probabilità di transitare verso un impiego stabile. Tuttavia, la velocità di trasformazione di conversione dei contratti flessibili in occupazioni stabili si è ridotta e gli esiti negativi sono aumentati, segnale che la crisi l'hanno pagata in particolare gli atipici e coloro che nel mondo del lavoro ancora non erano entrati a fine 2008. Anche nelle dinamiche di passaggio dal lavoro atipico e dalla disoccupazione al lavoro standard i giovani e le donne risultano i più svantaggiati. I laureati, nel periodo 2008-2010, secondo quanto riferisce l’Isfol, hanno gli esiti più favorevoli dalla non occupazione verso l'occupazione e registrano i migliori livelli di trasformazione dal lavoro atipico al tipico; mostrano tuttavia anche un più alto grado di permanenza nella condizione di non standard: circa 1 laureato su 2 è rimasto con contratto atipico nel corso del biennio. Insieme alle misure per creare posti di lavoro stabili tra i giovani vanno però, nel contempo, create le condizioni per una ripresa economica, senza la quale – conclude Vaccaro – diventa effimera non solo una crescita occupazionale, ma soprattutto un aumento dei posti di lavoro standard”.