Utero in affitto, Bradascio e Pace presentano mozione

I consiglieri del Pp e del Gm chiedono di “sollecitare il Governo italiano ad assumere una posizione chiara e definitiva di rinuncia all'utilizzo di queste pratiche e di rivolgere la richiesta al Segretario generale dell’Onu”

I consiglieri regionali Luigi Bradascio (Pp) ed Aurelio Pace (Gm), nel corso dell&rsquo;ultimo Consiglio regionale, hanno presentato una mozione&nbsp; per una moratoria delle pratiche di utero in affitto, con la quale chiedono&nbsp; al presidente Pittella e al presidente Lacorazza &ldquo;di sollecitare il Governo italiano ad assumere una posizione chiara e definitiva di rinuncia all&#39;utilizzo di queste vergognose pratiche e di rivolgere la richiesta al Segretario generale dell&rsquo;Onu, di convocare l&rsquo;assemblea del Palazzo di Vetro per mettere in votazione una proposta di moratoria delle pratiche di utero in affitto e di genitorialit&agrave; surrogata in tutto il mondo, nel rispetto particolare che si deve ai soggetti pi&ugrave; deboli, che pi&ugrave; fatica fanno a far valere i propri diritti umani e civili come le donne in condizioni di bisogno e&nbsp; i bambini appena nati, specialmente se disabili&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Vogliamo &ndash; si legge &ndash; onorare il ricordo di Sushma Pandey, una ragazza indiana, di soli 17 anni, morta a causa di trattamenti ormonali, finalizzati alla produzione di ovuli per una procedura di utero in affitto, acquistata da due ricchi occidentali. Nel &lsquo;mondo all&#39;incontrario&rsquo; di chi pensa che esista un diritto ad avere un figlio, ignorando l&rsquo;unico vero diritto che &egrave; quello di un figlio a non essere considerato merce da acquistare tramite un contratto di compravendita, alcuni governi hanno consentito il varo di normative che prevedono la &lsquo;gestazione di sostegno&rsquo;, la &lsquo;gestazione per altri&rsquo;,&nbsp; la &lsquo;maternit&agrave; surrogata&rsquo;&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Sono tutte espressioni &ndash;scrivono i consiglieri – che servono a mascherare la realt&agrave; dei fatti. Si chiama comunemente utero in affitto, perch&eacute; di questo si tratta purtroppo: un ignobile&nbsp; passaggio di denaro tra un acquirente/ locatario e un venditore/ locatore, la cui finalit&agrave; &egrave; la consegna, alla fine del processo, di una &lsquo;merce&rsquo;, che in questo caso &egrave; per&ograve; un essere umano. Un bambino&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Le persone&nbsp; – ancora Bradascio e Pace – non sono merce, gli esseri umani non possono mai essere considerati oggetti, meno che mai i bambini. I figli non si pagano, come il grande Eduardo De Filippo fece dire a Filumena Marturano in un indimenticabile, straordinario&nbsp; dialogo con don Domenico&nbsp; Soriano.Siamo i primi a dire che il desiderio di avere un figlio &egrave; un desiderio naturale: non pu&ograve; e non deve per&ograve; travalicare i limiti della natura stessa e mai e poi mai pu&ograve; legittimare l&rsquo;attivazione di meccanismi di compravendita di siffatto genere. Le procedure che portano alla nascita di questi bambini-oggetto sono terrificanti: si parte con la ricerca di &lsquo;donatrici di ovulo&rsquo;, terribili eufemismo del mondo all&#39;incontrario: non donano alcunch&eacute;, ci sono dei ricchi borghesi che utilizzando agenzie specializzate, veri lucratori di queste compravendite, costringono donne in stato di estremo bisogno ad accettare pochi denari per venderli&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Si procede &ndash; aggiungono – con la stimolazione ovarica, un bombardamento ormonale, che arreca danni pesantissimi alla salute delle donne che vi si sottopongono (fino alla morte, come nel caso di Sushma Pandey); segue l&#39;operazione&nbsp; invasiva di agoaspirazione in sedazione profonda,&nbsp; attuata per &lsquo;catturare&rsquo; l&rsquo;ovulo bombardato. Dopo la fecondazione in laboratorio l&rsquo;ovulo viene inserito nell&rsquo;utero affittato di un&rsquo;altra donna, in modo che il bambino che nascer&agrave; non abbia il riferimento a una sola figura materna essendo questa stata parcellizzata, insomma spezzata in due. E sia la &lsquo;cosiddetta donatrice di ovulo&rsquo; sia l&rsquo;affittatrice di utero firmano comunque contratti dove per pochi spiccioli rinunciano a qualsiasi contatto diretto con il nascituro. Il momento del parto &egrave; poi dolorosissimo, per donna e neonato&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Il bambino, infatti,&nbsp; – continuano – appena venuto al mondo viene adagiato solo per qualche secondo sul petto della madre partoriente, da cui viene poi brutalmente strappato, per essere consegnato alla coppia di ricchi compratori. Sono coinvolti in tale pratica nazioni civilissime, di antica tradizione, quali India, Cina, Bangladesh, Thailandia, Russia, Ucraina, Grecia, Spagna, Regno Unito, Canada e otto Stati degli Usa. Le conseguenze terrificanti di queste pratiche, con bambini rifiutati perch&eacute; nati affetti da qualche malattia, secondo la logica dell&rsquo;eliminazione del &lsquo;prodotto fallato&rsquo;, conseguente alla trasformazione delle persone in merce, grazie a Dio, sta gi&agrave; interrogando molti governi&rdquo;.<br /><br />&ldquo;In Cina &ndash; dicono Bradascio e Pace – si sta legiferando almeno per impedire di operare alle agenzie intermediarie, vere responsabili dell&rsquo;ampliamento di quello che dobbiamo considerare solo un modo di speculare sul corpo e sulla vita di&nbsp; donne poverissime ed emarginate.In India &egrave; stato vietato l&rsquo;accesso alla maternit&agrave; surrogata sia agli omosessuali, sia ai single; in Thailandia si va verso l&rsquo;abolizione totale della possibilit&agrave; di ricorso a questa pratica, dopo l&rsquo;incredibile vicenda del piccolo Gammy, affetto da sindrome di down e rifiutato dalla coppia di australiani che avevano affittato l&rsquo;utero di una giovanissima thailandese e che hanno preteso di acquistare solo la sorella gemella nata sana. Solo in Europa, incredibilmente, la Corte di Strasburgo ha sanzionato l&rsquo;Italia perch&eacute; non riconosce la&nbsp; &lsquo;genitorialit&agrave; surrogata&rsquo;, affermando di conseguenza la legittimit&agrave; delle pratiche di utero in affitto&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Non possiamo essere orgogliosi di una Europa &ndash; aggiungono – che sta calpestando le sue radici, che acconsente allo sfruttamento e alla mercificazione del corpo della donna, dimenticando anni di battaglie e di conquiste civili proprio da parte delle donne. Non possiamo essere orgogliosi di una Europa che&nbsp; trasforma gli esseri umani, costretti dalle loro misere condizioni di vita, in oggetti di sfruttamento e i figli in mercanzia da compravendita. Noi siamo italiani orgogliosi del nostro Paese, delle nostre donne e della nostra storia di conquiste sociali e di progresso nel campo dei diritti umani. Siamo orgogliosi delle tante battaglie che associazioni di tutti gli orientamenti politici soprattutto negli anni sessanta e settanta e poi ancora fino ad oggi hanno combattuto a difesa della dignit&agrave; delle donne e del loro diritto a gestire in maniera consapevole il proprio corpo. Siamo orgogliosi della storia politica dei nostri partiti che hanno nei decenni passati affermato il diritto dei pi&ugrave; poveri ad essere rispettati, a non essere sfruttati a causa della loro condizione economica&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Richiamiamo questi valori fondamentali &ndash; concludono Bradascio e Pace – per gridare che consideriamo inaccettabile questa violazione plateale dei diritti elementari della donna e del bambino. Per questo chiediamo a tutti i cittadini del mondo di dire con noi, in tutte le lingue, all&#39;Assemblea generale delle Nazioni Unite, che i figli non si pagano e gli uteri non si affittano&rdquo;.<br /><br />L.C.<br />

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