UNA RINNOVATA FIGURA DEL GARANTE DEL CONTRIBUENTE IN ITALIA

Intervento del Garante del Contribuente della Basilicata, Domenico A. Zotta

Stiamo vivendo un momento storico decisamente peculiare: ci è dato registrare, con sempre maggiore evidenza e con grande soddisfazione, il consolidamento della ripresa economica del paese. E tuttavia non è un mistero che gli italiani negli ultimissimi anni si sono visti coinvolti in una crisi epocale, caratterizzata da un'imposizione fiscale senza precedenti. Ne e' derivato, come prevedibile conseguenza, un dirompente aumento dell'evasione fiscale, alla quale per ora non si riesce a far fronte in alcun modo. E, considerata la necessità per i nostri amministratori centrali e periferici di far cassa a tutti i costi, senza andare troppo per il sottile, ci si è trovati a gravare più pesantemente sulle categorie più fragili, incrementando a dismisura la sperequazione fiscale. In vista di un auspicabile e prevedibile ulteriore sensibile rafforzamento di questa ripresa economica, da più parti si sollecita una decisa rivalutazione della figura del GARANTE DEL CONTRIBUENTE. Questi deve, con la sua azione, contribuire a perseguire il duplice risultato dell’alleggerimento del peso fiscale sulla generalità dei contribuenti ed, al tempo stesso, della più irreprensibile correttezza della imposizione fiscale. Inevitabilmente, insomma, gravando in minor misura sul reddito dei meno abbienti, in ossequio al chiaro dettato costituzionale (art. 53). Nel recentissimo “Atto di indirizzo per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale per gli anni 2016-2018” emanato lo scorso 22 dicembre 2015, il Ministro dell’Economia e delle Finanze”, ha demandando alle Agenzie fiscali il compito di “prestare la massima attenzione alle segnalazioni dei cittadini fornendo una proficua collaborazione ai Garanti del Contribuente”. Il Garante del Contribuente della Basilicata, Domenico Antonio Zotta, fa rilevare che già in precedenza l'attuale Governo si era impegnato a intervenire per la definizione di un sistema fiscale più equo, trasparente, semplificato e orientato alla crescita. Nell'ambito di questo progetto, particolare attenzione è stata dedicata al rapporto tra fisco e contribuenti, nella considerazione che un diverso modello relazionale tra Amministrazione finanziaria e cittadini/contribuenti, basato su strumenti e procedure che agevolino la comunicazione, possa favorire la riduzione dei costi di conformità normativa e, pertanto, possa consentire il conseguimento di risultati significativi nel recupero dell'evasione fiscale. In tal senso, gli sforzi governativi sono stati diretti ad assicurare una maggiore certezza del diritto, una migliore trasparenza, una più efficace semplificazione. In tale contesto, si pone pertanto la necessità di inquadrare in una nuova cor-nice il ruolo e le funzioni del Garante del contribuente, istituito dall'articolo 13 della l. 27 luglio 2000, n. 212, nota come Statuto dei diritti del contribuente. Occorre superare ogni ostacolo che si frappone ad un sereno dialogo e ad una produttiva collaborazione fra i due mondi da sempre contrapposti: quello dell'amministrazione finanziaria da un lato e quello dei contribuenti dall'altro. C’è da ricordare che l'art. 13 della legge 212 del 27 luglio 2000, attribuì al Garante del Contribuente la funzione fondamentale di tutelare – in piena autonomia – i diritti del contribuente così come individuati nella stessa norma e cioè in presenza di un qualsiasi "comportamento suscettibile di incrinare il rapporto di fiducia tra cittadini e amministrazione finanziaria". In particolare il Garante vigila affinché le disposizioni tributarie siano chiare e trasparenti ed il contribuente venga informato in modo completo e siano garantiti i suoi diritti in sede di verifica fiscale, tutelandone l'integrità patrimoniale e la buona fede. Ma dopo aver condensato in poche parole la funzione e l'oggetto della sua vigilanza, c'è tutto da discutere su quali sono i suoi poteri, in quale modo esercitarli, e con quali mezzi influire sull'amministrazione finanziaria per raggiungere risultati utili a conseguire una effettiva tutela del contribuente. Perché se da un lato è ormai un fatto accertato che l’amministrazione (che dovrebbe essere assoggettata in via teorica a controllo) almeno ad un primo approccio, tenta in tutti i modi di sottrarvisi, frapponendo ostacoli a non finire di natura prettamente burocratica; dall'altro è chiaro che è di scarso mordente, e quindi per lo meno poco praticabile, l’unica "arma" nelle mani del Garante che è quella "scarica" della possibilità di "segnalazione" prevista al comma undecimo dell'art. 13 in esame. Purtroppo, infine, agli scarsi poteri nelle mani del Garante del Contribuente, occorre aggiungere qualche sconfortata considerazione sulla struttura organizzativa a sua disposizione qui in Basilicata. Al momento del mio insediamento, a Potenza, ho avuto modo di constatare che le funzioni di segreteria previste dalla legge (art. 13, 5c., della legge 212/2000) sono affidate alla buona volontà di un solo elemento esecutivo, per tre ore dalle 10,30 alle 13,30, dal martedì al giovedì. Le funzioni tecniche sono assicurate da un solo collegamento telefonico con l'esterno. Nessuna traccia di materiale tradizionale di consultazione reperibile in tutti gli uffici di alta specializzazione giuridica, di autonomi mezzi informatici di consultazione informatica, nemmeno l’ombra di un collaboratore specializzato in materia legale, tributaria o finanziaria. Nulla. Ma non sarà qualche intoppo iniziale, ma di scarso momento, a fermarmi. Del resto, se è vero che la funzione del Garante del Contribuente qui da noi non è conosciuta sufficientemente, è altrettanto vero ed incontestabile che le attese non mancano, almeno a giudicare dalla qualità e dal numero di richieste di intervento (sempre in aumento) pervenute in questi primi giorni di lavoro. Infatti, dal momento del mio insediamento, sono state registrate una decina di richieste di intervento, che – a parere di quest'Ufficio – sono meritevoli di esame per essere poi inoltrate per un tentativo di soluzione accettabile. Un'altra decina, previo confronto per lo più personale con il ricorrente, non vennero neanche archiviate. E' inutile gonfiare artatamente dati statistici, che, fra l'altro, è attività che fa perdere solo tempo e che forse non serve a nulla. Se non ad ingolfare il lavoro della segreteria, che, in soltanto tre giorni di lavoro per sole tre ore al giorno, non può certo dissipare il proprio tempo nell'elaborazione di inutili dati. Comunque, se in poco più di un mese sono stati presentati n. 10 ricorsi meritevoli di trattazione (e per lo meno altrettanti contribuenti sono stati sconsigliati dal farlo), mentre in tutto l'anno scorso ne sono stati presentati solo 33, significherà pur qualcosa. Se non altro è un dato che la dice lunga sull'aspettativa che si va man mano consolidando sull'adeguatezza del lavoro di quest'Ufficio. bas 03

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