Nella stagione della ripresa della ristorazione, secondo gli ultimi positivi dati della Fipe-Confcommercio, per riavvicinare sempre più utenti ai tavoli dei 1.717 punti ristoro (tra ristoranti veri e propri, pub, pizzerie, tavola calda ecc.) di Potenza e provincia il parametro prezzo-qualità è essenziale a condizione che la qualità prevalga sul prezzo. E’ l’indicazione che emerge da un’indagine del Centro Studi Thalia a sostegno della tesi che la proposta di pranzo per impiegati-lavoratori tra i 10 e i 15 euro non può non tenere conto di alcuni elementi essenziali. L’idea deve partire da una ristorazione che non può lasciare nulla al caso ma deve essere frutto di studio, sperimentazione, ricerca, sinergia titolari-chef-esperti, a partire dal principio che il pasto deve essere sobrio, vario e di facile digeribilità. Di qui la promozione per il pasto completo, in porzioni non abbondanti conditi in modo semplice, per gustare i sapori, elemento essenziale di fidelizzazione dell’utenza. Un’utenza che comunque ha bisogno di acquisire gli elementi di valutazione senza fermarsi al prezzo, e che va incoraggiata a “fidarsi” per saper distinguere tra pre-cotto, surgelato-congelato e prodotto fresco. A Potenza – segnala il Centro Studi Thalia – c’è chi sta sperimentando questa formula. “Idealmente la pausa pranzo – sostiene Antonio Sabia, giovane e moderno ristoratore alla guida con Alfonso di Black Pepper Potenza -dovrebbe essere un momento di riposo, di recupero delle energie spese , di relazione con i colleghi di lavoro, di liberazione dallo stress e di allontanamento dal posto di lavoro. Così concepita la pausa pranzo può diventare un momento di educazione nutrizionale soprattutto se i commensali sono desiderosi di provare nuovi gusti e sapori per riprendere l’attività di lavoro con una “marcia in più”. L’innovazione, secondo il Thalia, deve muoversi all’interno di due vincoli ben precisi e definiti. Il primo è il prezzo. Bisogna creare e proporre dei menu completi con un costo al pubblico a partire da 10 euro. Il secondo è l’aspetto nutrizionale: meglio puntare su proposte equilibrate e salutistiche. Nonostante le difficoltà di mercato, il pranzo resta un caposaldo fondamentale per l’economia degli operatori, e sarà anche il momento di consumo che prima degli altri reagirà positivamente al riprendersi dell’economia nazionale. L’invito del Thalia ai ristoratori, pertanto, è a non mollare. Anzi: È opportuno più che mai lavorare sull’innovazione dei menu, sulla qualità e sugli aspetti salutistici e di servizio. Non ultimo bisogna ricordarsi che proprio nei momenti in cui sembrano venir meno le certezze che il consumatore ricerca valori quali l’affidabilità e la tradizione. In quest’ambito bisogna mantenere i propri standard e possibilmente innovarsi». La tendenza è positiva. Secondo il Rapporto del Centro Studi Fipe il 77% degli italiani maggiorenni, consuma, più o meno abitualmente, cibo al di fuori delle mura domestiche sia che si tratti del 61,5% della popolazione che fa colazione fuori casa con predilezione per caffè, cappuccino e brioche e una spesa media di 2,50 euro che di colazioni, pranzi, cene e aperitivi. Ben il 66% della popolazione pranza fuori casa, prevalentemente al bar, per 3-4 volte durante la settimana: panino, pizza e primi piatti le scelte preferite, per una spesa media di 11 euro. Il 59,4% della popolazione cena al ristorante almeno tre volte alla settimana, scegliendo soprattutto pizzerie, con una spesa di 22,40 euro. Il 47,7% della popolazione si reca al bar per una pausa almeno 3-4 volte alla settimana, scegliendo soprattutto snack e gelati per una spesa complessiva di 3,20 euro. Il 63,6% della popolazione pranza fuori casa nel week end almeno 3 volte al mese, scegliendo soprattutto la pizza e spendendo indicativamente 18,60 euro. Il 66,8% cena fuori casa nel week end almeno 3 volte al mese prediligendo ristoranti e trattorie, con una media di due portate a pasto e una spesa media di 19,10 euro.
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