“Un servizio di amore e di speranza”; Superbo scrive ai fedeli

‘Un servizio di amore e di speranza’ è il titolo della lettera pastorale che l’arcivescovo della diocesi di Potenza – Muro Lucano – Marsico Nuovo, monsignor Agostino Superbo, invierà ai fedeli e che idealmente consegnerà domani pomeriggio nel corso della celebrazione eucaristica che presiederà nella Cattedrale di Potenza alle 17,30.
Lo rende noto l'ufficio Comunicazioni Sociali, che ricorda come domani è una "giornata molto importante l’ultima domenica di novembre per i cristiani di tutto il mondo. Anche le chiese protestanti, infatti, attribuiscono alla solennità ‘di ‘Cristo re’ una notevole rilevanza. Per i cattolici, quest’anno, oltre a essere l’ultima domenica dell’anno liturgico, così come celebrato sin da quando papa Pio XI la istituì l’11 dicembre 1925 attraverso l’enciclica ‘Quas Primas’ (in realtà in origine cadeva a fine ottobre), si conclude l’Anno della Fede, che ha visto oltre un miliardo di credenti impegnati per riscoprire e far riscoprire la bellezza e la ricchezza della Fede appunto. I fedeli potentini potranno, inoltre, riflettere sulla lettera che riceveranno da monsignor Superbo, missiva che giunge al termine del lavoro svolto durante il Sinodo diocesano dei giovani. Oltre cento ragazzi, in rappresentanza delle sessanta parrocchie, impegnati per 2 anni. Il vescovo, che ha già avuto modo di analizzare e commentare quanto prodotto nel corso di dieci assemblee ordinarie dai membri sinodali, membri che hanno partecipato alle trenta sedute di commissione, in una lettera di 12 pagine, rivolgendosi a parroci, presbiteri, diaconi, religiosi, seminaristi, laici e a tutte “le persone di buona volontà” della diocesi, sottolineerà “l’urgenza di una pastorale giovanile” perché “i giovani sono il segno del futuro e della speranza”.
Ancora monsignor Superbo torna sulla missionarietà della Chiesa “chiamata a educare al gusto dell’autentica bellezza della vita. I nostri giovani chiedono di voler vivere questo tempo, viverlo, ‘abitarlo’ in modo pieno e liberante, così come chiedono di abitare il territorio in cui vivono, la loro stessa vita. I giovani pur vittime di un disagio che li attanaglia, sono espressione di grande forza, devono rimanere protagonisti della pastorale, devono rappresentare una priorità stabile".

bas 07

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