“Il tesseramento alla Uil della Basilicata si è chiuso, al 2015, con un leggerissimo incremento di iscritti rispetto al 2014: da 32.001 del totale di tessere 2014 alle attuali (in attesa dei dati 2016) 32.045 tessere. Lo rende noto la segreteria regionale della Uil lucana riferendo in dettaglio la situazione degli iscritti (19.348 attivi e 12.697 pensionati) per comparti: agroalimentare 5.653 iscritti; industria 5.655; Pubblica Amministrazione 4.503; terziario 1.999 ; lavoratori atipici (Uiltemp) 910; trasporti 628. Una tendenza di aumento degli iscritti che perdura dal 2011 quando erano 30.487 le tessere in totale.
Per quanto ci riguarda – è il commento del segretario regionale Carmine Vaccaro – il cosiddetto fenomeno di disaffezione di lavoratori e pensionati non ci tocca anche se nel nostro lavoro quotidiano sul territorio e nei posti di lavoro cogliamo segnali di sfiducia e malcontento che vanno interpretati. A livello nazionale, dentro l’agone politico e dentro il sindacato, è in corso una riflessione sul ruolo della concertazione sociale e, più in generale, dei corpi intermedi di rappresentanza sociale. Una profonda riflessione interna che cambierà il sindacato, modernizzandolo. E’ la fase che l’impone e non certo i tanti maestri che vorrebbero dall’esterno modificarlo senza crearsi troppi problemi su questioni come quella dell’autonomia dei soggetti sociali e su materie delicatissime come la rappresentanza. La società – aggiunge Vaccaro – ha sempre più bisogno del sindacato, ma è cambiato il perimetro della rappresentanza. Un tempo alle organizzazioni sociali di rappresentanza si concedeva una delega ampia, quasi fideistica; oggi che ogni tipo di approccio dogmatico è venuto meno conta la sostanza e l’affidabilità: chi non dispone di queste prerogative è destinato alla sconfitta. Chi conosce la storia del movimento sindacale può ben sperare dunque che si sia imboccata una nuova strada. Ma – dice il segretario della UIL – l'inversione di rotta è possibile solo se si prende atto della necessità di destrutturare il paradigma della continuità e di costruire, insieme, quel Sindacato riformista di cui l’Italia ha bisogno. E’ giunto il momento – sostiene il segretario UIL – di farla finita con le ideologie nel sindacato che servono solo a mantenere rendite di potere incomprensibili per chi lavora o che il lavoro lo sta perdendo in questo duro periodo di crisi. Si tratta di un’azione che non va esibita ai convegni, ma praticata in ogni realtà, dalla periferia al centro e viceversa.
Dobbiamo intraprendere la via di una vera democrazia sindacale, superando la vecchia dicotomia tra il sindacato organizzazione e quello di movimento. Deve contare il voto degli eletti e valere la democrazia delegata. Dopo questa crisi economica anche il sindacato non potrà più essere come è adesso. Questa moderna visione assume i temi della competitività e del merito come obiettivi da realizzare anche a tutela dei soggetti più deboli. E' qui che risiedono senso e significato nuovi di un immutato ruolo sindacale. Insieme all’intera squadra della Uil che si è arricchita di tante nuove energie – ha aggiunto – sarà possibile mettere in pratica l’impegnativa missione che ci siamo dati con il congresso del 2014 con la consapevolezza di poterci affidare a uomini e donne che animano la nostra organizzazione, storica, carica di umanità e sensibilità con la rinnovata fiducia in noi stessi e in questa società. Ci attendono compiti difficili in una fase complicata ma abbiamo la forza e le idee per reggere la prova".
bas04