UIL: PRIORITA’ A RINNOVO CONTRATTI

“Rinnovare i contratti, rilanciare la contrattazione". Con questa parola d'ordine, Cgil, Cisl, Uil hanno riunito a Roma l'attivo nazionale dei delegati per una prima riflessione sullo stato delle vertenze in atto. All’incontro ha partecipato una folta delegazione della Uil lucana per ribadire la specificità del lavoro nel Mezzogiorno.
I dati raccolti ed elaborati dal Servizio politiche contrattuali della Uil – sottolinea il segretario regionale della Uil Carmine Vaccaro, che è intervenuto ieri al Consiglio Nazionale della Uil sulla stessa questione – confermano le ripercussioni macroeconomiche che riguardano non solo i lavoratori dei settori privato e pubblico in attesa del rinnovo di un contratto collettivo nazionale di lavoro. Qualche mese fa l’Istat ha rilevato che la crescita delle retribuzioni contrattuali orarie nel primo trimestre del 2016 è stata la più bassa mai registrata dall’inizio delle serie storiche e cioè da 34 anni a questa parte. In tali condizioni la ripresa, nella migliore delle ipotesi, non potrà che essere lentissima. Il rinnovo di un contratto non è solo un diritto per i lavoratori, ma è un investimento per la crescita dell’intero sistema economico. Ciò che le imprese, da un lato, e lo Stato, dall’altro, riconoscono ai propri lavoratori in termini di crescita salariale ritorna alle stesse imprese sotto forma di aumento della domanda di beni e servizi e allo Stato in termini di gettito fiscale. Se, dunque, si rinnovassero entro la fine di questo anno i contratti per tutti gli oltre 12 milioni di lavoratori, l’entità della massa monetaria immessa nei gangli vitali della nostra economia sarebbe enorme. Essere “conservatori”, insomma, non paga per l’insieme delle stesse imprese né per lo Stato: rinnovare i contratti, invece, farebbe bene all’economia del nostro Paese.
L’ indagine della Uil prende a riferimento 66 Ccnl tutti riguardanti il settore privato. Di essi 37 sono scaduti nel 2015 e ne sono stati rinnovati, ad oggi, solo 8 (Gomma-plastica, industria chimica, industria alimentari, cooperative alimentari, cemento aziende industriali, cemento PMI, area porti e fiori recisi). Nel 2016, invece, sono attualmente scaduti 21 Ccnl, di cui 5 rinnovati (laterizi industria, laterizi PMI, trasporto a fune, lapidei industria e Ormeggiatori), mentre ulteriori 8 Ccnl scadranno a fine 2016. Dall’analisi risulta che le lavoratrici e i lavoratori che hanno visto scadere il proprio Ccnl nel 2015 e che sono tuttora in attesa di rinnovo sono circa 3.860.000.
Nel pubblico impiego, come è noto, i contratti non si rinnovano ormai da oltre 6 anni. Il servizio Politiche Pubbliche della Uil ha elaborato dati ufficiali del Ministero dell’Economia e delle Finanze e della Ragioneria Generale dello Stato del 2014, anche alla luce della recente e nuova definizione dei 4 comparti interessati. Ne è emerso quanto segue. Nel primo comparto sono ricompresi i lavoratori dei Ministeri (157.808), della Presidenza del Consiglio dei ministri (2.200), delle Agenzie Fiscali (52.570), degli Enti pubblici non economici (45.739). Nel secondo comparto si trovano i lavoratori delle Regioni a Statuto ordinario e degli enti locali (472.523) e delle Regioni a Statuto speciale (93.427). Nel terzo comparto sono collocati gli addetti del SSN (663.793). Infine, del quarto comparto fanno parte la Scuola (1.038.606), gli Istituti di Formazione Artistica e Musicale (9.365), gli Enti di Ricerca (20.810), le Università (101.383). Lavoratori pubblici in attesa di rinnovo, la cui controparte contrattuale però non è più l’Aran, sono anche i Vigili del Fuoco (33.139), i lavoratori della Sicurezza (313.000), le Forze Armate (187.000), i lavoratori delle Autorità indipendenti (2.085), delle Prefetture, della Magistratura e della Diplomazia (12.753), della Penitenziaria (349) e di altri Enti e Istituzioni (45.133)

Bas 05

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