Le indicazioni che provengono dallo studio SVIMEZ dedicato alle modifiche introdotte dal Governo alla disciplina dell’IRAP e agli effetti sul costo del lavoro e sul cuneo fiscale vanno prese sul serio: la manovra IRAP, la decontribuzione degli oneri sociali e il Jobs Act non basteranno a rilanciare la domanda di lavoro, soprattutto al Sud. Il percorso da seguire è invece quello indicato da tempo dalla Uil: ridurre l’onere tributario sul capitale sul modello tedesco, destinare maggiori incentivi fiscali agli investimenti privati e, soprattutto, rilanciare una politica economica di investimenti pubblici. Lo afferma la Uil in una nota stampa.
Intanto i dati dello studio SVIMEZ: a fronte di una retribuzione lorda media di 30.137 euro nel Centro-Nord e di 25.488 euro nel Mezzogiorno, dal 2011 al 2014 il costo del lavoro per le imprese al lordo IRAP è sceso in entrambe le ripartizioni, ma con andamenti differenti e penalizzanti per il Sud. Nel 2011 nel Centro-Nord il costo azienda di un lavoratore medio ammontava a 42.865 euro, con un cuneo fiscale di 12.728 euro; tre anni dopo, nel 2014, a fronte della stessa retribuzione lorda media, il costo del lavoro di un nuovo assunto a tempo indeterminato è stato pari a 40.273 euro e il cuneo fiscale è sceso a 10.136 euro. Siamo alla conferma della denuncia UIL: i Governi che si sono succeduti hanno derubricato il Mezzogiorno dalla loro agenda, mentre oggi sarebbe necessaria "un'infrastrutturazione" del Mezzogiorno per far riprendere l'economia di questo Paese. Occorre fare di tutto perché le infrastrutture siano rispondenti alle esigenze di sviluppo.
Il grande assente nel DEF è il Mezzogiorno. Il programma delle infrastrutture strategiche penalizza le Regioni meridionali, in quanto su un totale di 69,2 miliardi di opere pubbliche per i prossimi anni soltanto 20,3 miliardi (il 29,3%), sono destinati ad opere nel Mezzogiorno. A nostro avviso, inoltre, nel DEF mancano risorse aggiuntive per il sistema degli ammortizzatori sociali per il quale le risorse ad oggi stanziate sono altamente insufficienti, con il rischio che si prefiguri una riduzione sostanziale delle prestazioni (cassa integrazione in deroga in primis). Sempre in tema di ammortizzatori sociali il DEF è carente di un’analisi sugli impatti sociali che il nuovo sistema previsto dalla riforma del lavoro (Jobs Act), produrrà.
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