UIL: NUOVI SUSSIDI GOVERNO PER CIGS E NASPI SOLO UN’ASPIRINA

"Il piano del governo per interventi di proroga degli ammortizzatori sociali è solo un'aspirina, un tampone per l'emergenza. Ci auguriamo comunque diventi un primo passo per un intervento complessivo e più organico che non tralasci nessuna categoria di senza lavoro e disoccupati cronici": è il commento della Uil al provvedimento annunciato dal Ministro Poletti che interessa anche i lavoratori lucani in cigs che nei casi di conclusione della stesa cigs entro il 31 dicembre prossimo, con una proroga di ulteriori 12 mesi, oltre ai lavoratori stagionali ricorrenti (vale a dire coloro che hanno lavorato almeno tre anni sugli ultimi quattro) del settore del turismo e delle terme. I sussidi – sottolinea la nota – valgano solo per chi matura i requisiti nel 2016, mentre si tralascia il 2015. Chiediamo di superare la distinzione anche per l'estensione della Naspi agli stagionali, misura che esclude categorie come l'agroalimentare che impiega migliaia di persone.
Per la Uil "la febbre nei territori è ancora alta e il piano del governo serve solo ad abbassarla ma non cura la malattia. E' un tampone e ora serve un provvedimento più approfondito che salvaguardi anche i lavoratori al di fuori delle aree di crisi anche se apprezziamo che il governo abbia avviato una riflessione sul Jobs Act e che prenda atto della necessità di modificare la riforma degli ammortizzatori sociali".
Per i lavoratori che invece stanno finendo Aspi, Naspi o mobilità si individua uno strumento simile all'Asdi, l'assegno di disoccupazione, da 500 euro al mese per un anno, senza vincoli di reddito (Isee o altro). Il piano costa circa 235 milioni (di cui 150 milioni per il sussidio da 500 euro e 85 per la proroga della Cig straordinaria. In parallelo – e in collaborazione con Regioni (che finanzieranno "almeno il 20% della cifra che abbiamo messo noi in funzione di una politica attiva") e Anpal, la nuova agenzia nazionale per le politiche saranno attivati percorsi di formazione dei lavoratori e ricerca di un nuovo posto, con l'idea di sperimentare proprio a partire da queste nove aree di crisi l'assegno di ricollocazione che partirà a fine anno. L'idea è quella di favorire al massimo il ritorno ad una occupazione per la maggior parte dei lavoratori in un tempo breve, senza aspettare la scadenza degli ammortizzatori. In alternativa, il lavoratore può rinunciare al tentativo di ricollocazione e accettare un'offerta conciliativa, cioè un indennizzo pari a un mese di stipendio per ogni anno di lavoro. Le stesse aziende saranno chiamate a presentare un proprio piano che preveda il rientro dei lavoratori.
bas04 

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