Il comunicato a firma di Cgil Cisl e Uil sull’annosa vertenza dell’Aias di Potenza dimostra ancora una volta “ la loro arroganza e presunzione portatrice” di “ verità assoluta”, infatti accusano tra l’altro oltre all’Azienda anche i sindacati Ugl e Fials di aver avallato un’ipotesi relativa alla riduzione dell’orario di lavoro dei lavoratori dell’Aias, per evitare 28 lavoratori in esubero strutturale". Lo sottolinea in una nota la Segreteria regionale Ugl Sanità Basilicata.
"E’ bene ricordare come questa situazione è stata determinata dai tagli unilaterali su prestazioni riabilitative complesse ex art. 26 legge n. 833 che drasticamente hanno ridotto il budget dell’AIAS di Potenza pur in presenza di un contratto valido sottoscritto con l’Asp dove era previsto un budget ben definito di Euro cinque milioni e appena il caso di ricordare che la discussione per le problematiche Aias sono durate al tavolo tecnico regionale presenti i responsabili dell’Asp, Regione Basilicata, Aias e le organizzazioni, circa due anni senza alcun risultato reale.
Tale situazione nonostante gli impegni “profusi e non profusi” da parte dei consiglieri regionali e degli organi politici, ha determinato di fatto una situazione di non ritorno ed un esubero strutturale all’interno dell’Azienda.
"Verificato il bilancio, verificate le prestazioni , l’organizzazione sindacale Ugl Basilicata – sottolinea Franco Latronico- ha sostenuto in tutte le sedi di non arrivare al punto che poteva condurre ai licenziamenti ,ma, a spalmare la riduzione fra coloro i quali erano interessati all’ esubero strutturale e mi riferisco a 67 unità lavorative di cui in numero di tre dovevano essere trasferite nella struttura di Scanzano Terzo Cavone per aprire un Centro importante nell’area sud del Metapontino ed una unità nella sede di Sant’Arcangelo.
La nostra organizzazione sindacale UGL e la FIALS che fra l’altro rappresentano la maggioranza assoluta dei lavoratori e non come asseriscono erroneamente i sindacati CGIL-CISL e UIL che rappresentano solo una residua percentuale dei lavoratori, consapevoli di quello che poteva essere il danno ai lavoratori e ai sacrifici delle famiglie e quant’altro, hanno ritenuto di approvare il piano di ristrutturazione con una misura minima di percentuale di riduzione dell’orario di lavoro che permettesse ai lavoratori di non essere licenziati.
Certamente, non potevano in questa riduzione essere comprese tutte le figure logopediche in quanto figura prettamente specialistica che riguarda decine, decine e decine di bambini, i cui rapporti sono di natura epidermica , di fiducia per cui non si poteva assolutamente applicare anche a loro la riduzione dell’orario di lavoro. Se ciò fosse avvenuto come erroneamente ed infantilmente asseriscono alcuni sindacalisti della triplice, tutto ciò avrebbe comportato un ulteriore aggravio economico all’Azienda. Questi sono i fatti : la realtà è molto chiara. Cgil, Cisl e Uil , per un progetto forse politico, hanno avallato i licenziamenti. Per quanto mi riguarda personalmente, si è sempre battuta per il mantenimento dei livelli occupazionali. Tutto questo ha determinato un mancato accordo che purtroppo porterà 28 lavoratori fuori dall’Azienda. Questa la realtà, questa la verità. Se qualcuno dice bugie sta all’intelligenza delle persone capire di chi sono le colpe".