“Non è accettabile, né tantomeno, comprensibile e giustificabile, che una pubblica istituzione dismetta di ottemperare alle proprie funzioni di garanzia collettiva ed assuma l’atteggiamento opportunistico di chi, allo scopo di perseguire interessi particolari, cerca di usare ogni strumento e sotterfugio per sfuggire alle proprie responsabilità e curare le questioni di bottega”. E’ quanto si legge in un comunicato stampa diffuso dall’Uci Basilicata.
“L’UCI di Basilicata – continua la nota – respinge con decisione il tentativo messo in atto da parte del Dipartimento Agricoltura, di voler surrettiziamente condizionare il legittimo contenzioso che è stato avviato sul programma Leader a seguito del Bando regionale per selezionare i soggetti attuativi degli interventi da realizzare con i fondi del Psr 2014-2020.
Nell’area del Potentino Marmo Melandro, dove si è aperto un contenzioso tra le due proposte presentate, con il Tar che ha accolto il ricorso del Partenariato Spai di cui è capofila l’UCI Basilicata, la Regione Basilicata anziché rispettare il giudizio del Tribunale amministrativo, ha sorprendentemente deciso di affiancare, nel successivo ricorso al Consiglio di Stato, il raggruppamento concorrente, sancendo, di fatto, la propria parzialità a sostegno delle sigle del cartello Pensiamo Basilicata, che si è candidato per l’appannaggio del Bando Leader in tutte le cinque zone di intervento previste dal programma regionale.
Come se non bastasse, nel dispositivo di ricorso al Consiglio di Stato, si arriva addirittura a sovvertire la realtà delle cose, addebitando al partenariato Spai le responsabilità, tutte frutto della incapacità o della faziosità degli Uffici regionali, dei ritardi nell’attuazione del programma di intervento, prefigurando perfino l’ipotesi del risarcimento da parte dell’Uci degli eventuali danni prodotti alle realtà territoriali”.
“Il “periculum in mora” richiamato a nostro danno – afferma il Presidente regionale dell’Uci Nicola Manfredelli – rappresenta il segnale di un inaccettabile atteggiamento di strumentalizzazione e prepotenza da parte degli apparati regionali, che oramai sembrano perdere la testa ogni volta che non riescono a realizzare i propri disegni e calcoli di natura politica e clientelare. Se davvero l’interesse della Regione era quello di non provocare ritardi nell’attuazione del programma Leader, non si comprende come mai da oltre un anno l’Assessore si sia rifiutato di accettare la proposta di istituire un tavolo tecnico presso il dipartimento per discutere sulle soluzioni possibili e, successivamente, di non dar corso alla sentenza del Tar ma di allungare ulteriormente i tempi di attuazione decidendo, in modo improprio e discutibile, di ricorrere al Consiglio di Stato dovendo, nel frattempo, registrare anche il rifiuto all’audizione nella Terza Commissione Permanente Regionale presieduta dal consigliere Vincenzo Robortella, per illustrare ai gruppi consiliari lo stato delle cose sulla questione Leader.
E’ bene tener presente – aggiunge Manfredelli – che il Partenariato SPAI-Sviluppa Partecipativo Aree Interne, costituito da oltre quaranta Associazioni degli operatori economici e sociali del territorio, ha maturato la convinzione e la consapevolezza dell’importanza del protagonismo dal basso, superando l’idea del sistema delle sovrastrutture precostituite con la pretesa di imporre dall’alto le scelte che riguardano specifici ambiti e popolazioni locali. Attendiamo, perciò, con fiducia l’esito del giudizio del Consiglio di Stato, avendo ben chiaro, in ogni caso, che il successo dell’iniziativa avviata dal Partenariato SPAI per innovare profondamente il metodo delle precedenti esperienze, è un dato di fatto consolidato, che non può essere messo in discussione da nessun ricatto o prepotenza politico-istituzionale”.
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