Trattato ESM, Navazio (Ial) presenta mozione

L’iniziativa è contro l’attribuzione del fondo “Salva Stati” ad un’organizzazione finanziaria intergovernativa

“Seppur non discussa, attraverso questa iniziativa, vogliamo porre il problema della sovranità nazionale”: è quanto afferma il consigliere regionale Alfonso Ernesto Navazio a proposito della mozione presentata durante la seduta consiliare di oggi, sull’entrata in vigore del Trattato ESM (European Stability Mechanism). Un’iniziativa contro l’attribuzione del fondo Salva Stati ad un’organizzazione finanziaria intergovernativa.
“Su parere dell’Aula – precisa il consigliere – la mozione è stata iscritta ma non discussa perché, così come ha fatto notare il presidente del Consiglio, Vincenzo Folino, “tocca una tematica extra regionale”.
Con il documento si chiede ai parlamentari italiani di “esprimere voto contrario alla ratifica della modifica dell’art.136 del Trattato sul Funzionamento della UE; al Presidente del Consiglio Mario Monti di illustrare ai cittadini italiani ‘luci ed ombre’ del trattato ESM e di valutare proposte alternative per la soluzione della crisi finanziaria e, infine, al Presidente della Repubblica di non autorizzare la ratifica e di riferire pubblicamente le motivazioni del grande silenzio sui reali termini dell’entrata in vigore dell’ESM.”

“Il trattato ESM, ossia quel documento che istituisce l’organizzazione finanziaria intergovernativa a cui si intende attribuire la gestione del nuovo fondo ‘Salva Stati”, si legge nella mozione, non è semplicemente un insieme di regole finalizzate ad ottenere la stabilità finanziaria della ‘zona euro’, ma si tratta di un documento che disciplina l’istituzione di un organismo finanziario internazionale, dove i 17 paesi aderenti, compresa l’Italia, dovranno negoziare, non in qualità di Stati sovrani, ma di soci e di debitori, scelte di politica nazionale al fine di ottenere la liquidità necessaria per evitare il default”.

“La pericolosità di tale scelta per i cittadini europei – fa notare Navazio – è riscontrabile nelle trattative con il Governo Greco, dove organismi internazionali mirano a sostituirsi alle istituzioni nazionali imponendo ai rappresentanti politici la firma di un documento che attribuisce il peso della crisi alla popolazione, in cambio dell’assistenza finanziaria necessaria per pagare il debito in scadenza. Tagli delle pensioni, riduzione dei salari minimi e privatizzazioni selvagge, queste sono le misure di austerità che scavalcano i sistemi democratici e che tolgono ai cittadini la possibilità di poter attuare politiche di sviluppo economico in grado di contrastare la finanza speculativa”.

Nello specifico – si legge nella mozione – i leader dei paesi europei stanno tentando di portare a regime il trattato che istituisce il “Meccanismo Europeo di Stabilità” (ESM), ossia lo strumento scelto dai burocrati di Bruxelles per fornire assistenza finanziaria ai paesi in difficoltà, sulla base del rispetto da parte dello Stato (potenziale) debitore di “rigorose condizionalità” negoziate con l’ESM nell’ambito di un programma macro-economico di aggiustamento e di una rigorosa analisi di sostenibilità del debito pubblico”.
“Nonostante l’assenza pressoché totale di informazione – continua il consigliere – il trattato ESM non è ancora entrato in vigore in quanto occorre la ratifica da parte degli Stati aderenti, della modifica dell’Art.136 del Trattato sul Funzionamento della UE (decisione del Consiglio Europeo) che istituisce il meccanismo di stabilità finanziaria per la zona euro”.

“Il Parlamento Europeo – ricorda Navazio – si è già espresso in favore della modifica dell’Art.136 con 494 voti favorevoli. Se i parlamenti nazionali ratificassero l’entrata in vigore del trattato ESM si potrebbero anche verificare gravi scenari di retrocessione civile”.
“L’iniziativa messa in campo, considerato che il dibattito sulle cause della crisi è praticamente scomparso dalla scena pubblica – conclude Navazio – vuole essere una risposta allo scetticismo dei cittadini, a prescindere dalla diversa appartenenza politica, nei confronti di questa Europa molto spesso “priva di anima” e che si piega agli interessi dei potentati economici e finanziari”.

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