Trattamento rifiuti Valbasento, interrogazione di Benedetto

Il capogruppo dell’Idv in Consiglio regionale: “E' necessario intensificare le azioni di prevenzione ai danni sull’ambiente, il territorio e la salute dei cittadini perché a disastro e emergenza avvenuti è troppo tardi”

“L’attenzione per le emergenze ambientali che si sta registrando intorno alla vicenda Fenice non deve far passare in secondo piano altre situazioni che meritano la stessa attenzione politica ed istituzionale come è il caso dell’attività di trattamento da parte di Tecnoparco Valbasento sia di reflui rivenienti dalle attività industriali presenti nell'area industriale della Valbasento che dei rifiuti rivenienti dalle attività presenti nel territorio regionale, nonché da attività extraregionali in base a specifica autorizzazione”. E’ quanto sostiene il presidente del cruppo Idv in Consiglio Regionale Nicola Benedetto che sull’argomento ha presentato un’interrogazione all’assessore all’Ambiente Mancusi.

“La depurazione dei reflui, anche di natura tossica e nociva – sottolinea Benedetto – viene effettuata tramite processo chimico – fisico e biologico. L'impianto consta principalmente delle seguenti sezioni: pretrattamento e trattamento primario (costituiti da sezione chimico-fisica e a percolazione); sezione di ossidazione biologica a fanghi attivi; sezione di trattamento fanghi. Negli anni passati la Giunta regionale – continua – ha autorizzato lo smaltimento di rifiuti speciali provenienti da altre regioni nell'impianto di depurazione a servizio dell'area industriale della Val Basento; tale situazione, che doveva essere transitoria, si è invece protratta nel tempo con immaginabili criticità che si evidenziano periodicamente anche attraverso situazioni di inquinamento del fiume Basento”.

Di qui l’interrogazione “per conoscere dall’assessore all’Ambiente, la reale consistenza e natura dei rifiuti conferiti, dei rapporti commerciali che intercorrono tra la Tecnoparco, la società di intermediazione e le imprese produttrici dei rifiuti; il sistema dei controlli sui rifiuti conferiti all'impianto e sulle procedure di trattamento degli stessi; 3. lo stato dell’attività dell'impianto per il trattamento di reflui ad alto carico organico e salino, dell'impianto di trattamento Fenton e dell'impianto di inertizzazione fanghi; quali iniziative sono state assunte per il monitoraggio e il controllo costante sull’impatto territoriale e la compatibilità ambientale dell’impianto rispetto alle attività produttive, agricole, turistiche della Valbasento”.

“La vicenda Fenice in attesa di chiarimenti oltre che degli sviluppi dell’inchiesta giudiziaria insegna – afferma Benedetto – che è necessario intensificare le azioni di prevenzione ai danni sull’ambiente, il territorio e la salute dei cittadini perché a disastro e emergenza avvenuti è troppo tardi”.

    Condividi l'articolo su: